Milano
Milano, boom di eventi e di presenze. Affitti brevi, opportunità o rischio?
Fabio Primerano (Federalberghi Milano) lancia l'allarme: “Ci sono ripercussioni negative sulle città, interi quartieri vanno verso depauperamento"
Milano, boom di eventi e di presenze. Affitti brevi, opportunità o rischio?
Turismo e affari danno ossigeno a Milano. Dopo Expo 2015 è stato un crescendo di eventi e di presenze, al punto che oggi si parla di 10 milioni di visitatori in città: un record. La città si sta preparando alle Olimpiadi invernali del 2026, Affaritaliani.it ha sentito Fabio Primerano, vicepresidente di Federalberghi Milano e coordinatore del settore in Lombardia, per capire quali sono i problemi da risolvere nell’ospitalità turistica, affrontando anche il nodo degli affitti brevi. E infatti tutte le rose hanno delle spine e le città che hanno affrontato prima di Milano il tema degli appartamenti dati in affitto hanno deciso di darsi dei limiti, nell’ospitalità. E’ il caso delle 10 città europee che hanno inviato una lettera alle istituzioni comunitarie, per limitare le distorsioni che il mercato degli affitti brevi (leggi airbnb) hanno provocato. Si tratta di Amsterdam, Barcellona, Berlino, Bordeaux, Bruxelles, Cracovia, Monaco, Parigi, Valencia e Vienna. “Oggi – spiega Primerano - la Regione col Cir ha stabilità dei principi di base per regolamentare gli affitti brevi. Si era iniziato a parlarne ai tempi di Expo”. E infatti È stato pubblicato nei giorni scorsi il decreto regionale che dà indicazioni dettagliate sulla documentazione necessaria da presentare al Comune di competenza da parte di chi offre il proprio alloggio in regime di locazione per finalita’ turistiche.
“Con l’approvazione dei modelli per la comunicazione alle Amministrazioni comunali – spiega l’assessore regionale al Turismo, Marketing territoriale e Moda Lara Magoni – raggiungiamo l’obbiettivo di maggior trasparenza e rispetto delle regole, in un settore in notevole espansione come quello dei pernottamenti turistici in case e appartamenti”. Un punto di partenza. “Ho la fortuna di lavorare in tutto il mondo, soprattutto negli Stati Uniti e ho avuto l’opportunità di misurare i danni che ha fatto il sistema della diffusione degli affitti brevi negli appartamenti, – chiarisce il vicepresidente milanese di Federalberghi - non è tanto la ricaduta commerciale sugli alberghi che preoccupa quanto gli effetti sociali. Uno tsunami, un’onda lunga che, nell’immediato, sembra procurare ricchezza, ma poi con l’abuso arrivano i danni”.
“Ci sono ripercussioni negative sulle città, infatti si è scoperto che interi quartieri andavano verso il depauperamento: gli appartamenti, per una mera speculazione economica, venivano affittati a breve attraverso airbnb piuttosto che arrivare alla locazione più tradizionale alle famiglie, con contratti pluriennali. E man mano che gli appartamenti venivano tolti dal mercato degli affitti per entrare nel settore dell’ospitalità turistica, si determinava l’allontanamento dei cittadini da quei quartieri, con la morte del sistema dei servizi, dalla farmacia al parrucchiere, dalla libreria alle scuole, cambiando la natura stessa dei quartieri. Negli Usa questa mutazione ha costretto le autorità a reagire con dei provvedimenti di limitazione degli affitti brevi. Hanno scelto regolamentazione e armonizzazione per non cambiare la natura di interi quartieri centrali delle città. Obiettivo ridurre gli effetti negativi sulla città”. E su questa strada si stanno muovendo anche le grandi capitali europee, da Barcellona a Parigi, da Berlino ad Amsterdam. Milano non è tra le città europee che hanno lanciato l’allarme, anche se in città ormai sono 22mila gli alloggi destinati ad affitti brevi. Avranno giovato quei 3 milioni ti tassa di soggiorno incassati dal comune da airbnb ma il problema c’è. “Sono davvero tanti gli appartamenti riservati al turismo a Milano – spiega Primerali – ma solo 3000 sono registrati, mentre la stragrande maggioranza è irregolare. Come associazione stiamo cercando di spiegare al comune le ricadute negative. L’amministrazione sta iniziando a vedere i limiti di questa operazione e molti segnali sono arrivati. I cittadini si sono accorti dei problemi, molti condomini stanno ponendo anche il problema della sicurezza, ma anche della raccolta differenziata dei rifiuti che non viene rispettata”. Noi chiediamo che il settore degli affitti brevi sia regolamentato e che le regole valgano per tutti, alberghi compresi. Perché il mercato è lo stesso, poi vinca il migliore. Fisco, sicurezza e legge devono valere per tutti, non solo per i 400 alberghi di Milano, anche per i 22mila alloggi dati in affitto turistico. Senza dimenticare la forza lavoro in nero che gestisce questi 22mila alloggi”.
Ma gli albergatori guardano avanti e stanno preparando i programmi per le Olimpiadi invernali. “Come Federalberghi abbiamo lavorato sodo per contribuire al successo dell’assegnazione delle Olimpiadi invernali a Milano-Cortina. A sette anni dall’evento possiamo dire che molte delle nostre strutture dovranno essere ammodernate. Dovremo insediare un tavolo di lavoro con la Regione e le amministrazioni locali per definire un rullino di marcia e avere i finanziamenti necessari a migliorare l’ospitalità. Un passaggio necessario per fare sistema e pensare poi anche alla promozione in tutto il mondo dell’evento. Non va dimenticato infatti che le Olimpiadi sono una grande occasione per far conoscere meglio, oltre che Milano, Livigno, Bormio e tutte le realtà territoriali della Regione che possono trarre vantaggio dall’evento olimpico”, conclude Primerano.