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Milano
Nessuno sfondamento a Nord e stallo M5S-Lega: i sentiment su Affari

di Ma.TS.

Il potere logora sì… ma chi non ce l’ha. Più o meno così diceva Giulio Andreotti e potrebbe essere il mood anche delle prossime elezioni europee: parola di Nicola Piepoli, che a ormai pochissime ore dalla consultazione non si sbilancia ma traccia con Affaritaliani.it Milano un quadro di sostanziale stallo per gli attori politici in campo. Non saranno i tre punti in più o in meno della Lega rispetto alle attese o quelli in ballo per i 5 stelle a spostare gli equilibri politici, perché il governare per ormai quasi 12 mesi non ha ancora “logorato” i principali attori della politica italiana. Secondo il sondaggista l’esito del 26 maggio potrebbe essere letto alla maniera bersaniana: molti non vinceranno ma la maggior parte non perderà. E questo servirà al Carroccio e al Movimento per deporre le asce di guerra issate in campagna elettorale e proseguire con un governo che più che del cambiamento si profila sempre di più come quello del compromesso. 

Insomma: “Tutto cambia perché nulla cambi”, commenta Piepoli citando Tomasi di Lampedusa. E il Pd? In recupero forse rispetto alla debacle del 4 marzo, ma anche quella limatura che consentirà di superare “l’obiettivo con numero tondo” fissato dal segretario Nicola Zingaretti, “può essere considerata una vittoria? Il risultato sostanziale sarebbe comunque un partito che è la fotocopia di se stesso”. Al nord il terremoto nella Lega tanto sperato dagli avversari non dovrebbe verificarsi, perché se il Partito perde da una parte, “recupera sicuramente dall’altra”, ovvero al sud, dove si è radicato anche grazie agli accordi con la non proprio nuovissima classe dirigente locale. Il plebiscito al nord però non ci sarà - almeno secondo i sentiment raccolti da Affari - e questa è già una notizia. 

C’è poi chi è più ottimista, come chi elabora le rilevazioni compulsate ormai da lustri dal Cavaliere. Tutti risultati tondi tondi quelle di Euromedia research, per cui a pochi giorni dal voto la Lega dovrebbe rispettare e di un filo oltrepassare quella linea psicologica che le consentirebbe di essere il primo e più potente partito in Italia, ma soprattutto di confermare il suo strapotere al nord. La vera sorpresa in questo caso e in questa area però sarebbe +Europa che potrebbe anche se di poco superare la paura di restare fuori dal Parlamento di Strasburgo. Nessuna rimonta per Fratelli d’Italia, che non sposta l’asse del centrodestra, dove Forza Italia perde qualcosa ma sostanzialmente mantiene la sua base elettorale. Senza splendere.

Un quadro diverso è invece quello tracciato da Ixè: il triestino Roberto Weber non crede nel fatto che le Europee possano cambiare davvero gli equilibri politici nazionali: “Sbaglia chi si fa influenzare dal risultato di queste consultazioni. Da quando faccio questo mestiere ho visto che questa illusione è costata cara”, dice ad Affari. Ricordiamo il 40% di Matteo Renzi, ad esempio? “Ma andando ancora più indietro, ho cominciato queste rilevazioni nell’84. Ricordo ancora l’8% della Bonino e il 16% dell’Asinello”. Cifre astronomiche mai rispettate quando poi si è trattato di trasporle tra Montecitorio e Palazzo Madama.

La prima cosa da tenere in considerazione secondo Weber è prima di tutto l’astensione: “Non sarà il voto degli italiani, ma forse al massimo della metà” sottolinea. Precisando di non credere negli indecisi che cambiano idea all’ultimo minuto. Dunque anche a poche ore dal voto, secondo il suo punto di vista, saranno rispettate le intenzioni manifestate due settimane prima. Una Lega dunque stazionaria che non farà alcun exploit ma potrebbe avvicinarsi molto alla soglia psicologica pretesa dal leader Matteo Salvini. Un Movimento 5 stelle che frena l’emorragia e un Pd che farà meglio delle aspettative modeste del suo leader. Cosa potrebbe avvantaggiare i dem? Proprio la  bassa affluenza: beneficiando del voto di opinione e di opposizione il partito più stanco fra quelli che si presentano alle urne potrebbe reggere il colpo e anche di più, potrebbe addirittura fare “un buon risultato”. La polarizzazione stimolata dalla politica aggressiva di Matteo Salvini potrebbe far bene anche a “rianimare” a una creatura asmatica come il partito delle Nazareno. 

Su una cosa tutti i sondaggisti concordano, ed è proprio la preoccupazione principale dei vertici: al nord il Carroccio farà meno bene del previsto, perché “l’incremento dei voti sarà soprattutto al centro-sud”. Non nelle isole” precisa Weber. 
La crescita (non più di qualche punto) dell’area nord potrebbe avvenire dove ancora c’è qualche campo da arare, ovvero in Emilia Romagna e Friuli. Ma non in Lombardia. Colpa forse delle inchieste che hanno colpito il partito di recente? Lo vedremo il 26 maggio. 

Infine non va dimenticato un altro fattore penalizzante per il Movimento 5 Stelle: sono molti i piccoli comuni che andranno al voto e in tanti di questi la lista grillina non è presente: secondo Weber chi metterà prima la dote su una lista locale e su un simbolo nazionale, farà la stessa scelta anche sulla scheda per le Europee solo se ritroverà lo stesso simbolo. In caso contrario sarà un voto perso.

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