Milano

Quartapelle, Zingaretti e il Pd Milano: appunti di riflessione politica

La deputata dem decide di sostenere il governatore del Lazio. E spariglia le carte nei giochi interni al partito.

di Fabio Massa

Piccole note di politica dalla città.

LA SCELTA DI LIA - "Credo che arrivati a questo punto si debba lavorare per l’unità, dicendo basta alle divisioni e alle avventure. Che si debba smettere di cercare posizionamenti tattici e convenienze personali illudendoci di far sopravvivere etichette che ormai sono passato. La sfida non è salvaguardare l'orgoglio per il tanto di buono che abbiamo fatto. Da lì, dobbiamo trarre la forza per cercare risposte per il futuro. Per questo ho deciso di sostenere Nicola Zingaretti. La mia scelta tiene conto di questo mutamento di contesto, e del rischio concreto di una scissione a breve". Lo scrive Lia Quartapelle sul suo profilo Facebook. Praticamente tutti gli altri parlamentari lombardi di marca ex-renziana, confluiranno invece su Maurizio Martina. La scelta di Lia ha un grande peso anche su Milano.

CHE FARÀ PIETRO? - Pietro Bussolati e Lia Quartapelle, da sempre insieme a Pierfrancesco Maran, costituiscono il nucleo più duro e solido della classe dirigente milanese di marca prima renziana, e poi ex renziana. Lia Quartapelle dichiara di voler andare con Zingaretti. A questo punto il disorientamento è grande. Da una parte c'è chi pensa che potrebbe essere un modo per sparigliare (e Majorino gioisce, ma se l'intera compagine di Lia e Maran e Bussolati dovesse entrare compatta, probabilmente gioirebbe di meno). Dall'altra parte c'è chi sottolinea che è più facile spostare le truppe su Martina. Intanto Guerini spinge per questa opzione, ma da sotto la Madonnina risuona l'ordine di serrare le fila. E di stare tutti fermissimi. (E allora perché Lia si è mossa?).

PAROLA DI MARIO - Inteso come Mario Rodriguez, che ha avuto un ruolo nella comunicazione elettorale di Beppe Sala, e che ancora oggi pare gestisca i social del sindaco. Scrive dapprima neppure troppo criptico Rodriguez: "Bisogna capire a quale Palazzo pensa Beppe Sala se Palazzo Chigi o Palazzo Marino". Fin qui, abbastanza banale. Poi però commenta: "Perché oggi va a parlare di politica (non di Milano) in tv? Quale è l'urgenza che o spinge a rivendicare la necessità del dialogo con il M5S come un  Emiliano qualsiasi? Non credo sia opportuno escludere per principio di dialogare con un avversario politico che ti ha sconfitto e umiliato, basta che questo avvenga dopo un cambio di linea politica. Predisporsi al dialogo senza la loro sconfitta equivale a una resa incondizionata. Ora è legittimo pensare che la frase Beppe Sala la abbia detta o pensando alla riconferma a Palazzo Marino tra un paio di anni o alla legittima aspirazione di giocare un ruolo nazionale, cioè Palazzo Chigi". Servirebbe far notare che poi, per portare la metropolitana a Monza, le Olimpiadi a Milano, eccetera eccetera, al governo ci sono loro. Ma queste sono cose da amministratori, non da comunicatori in purezza.

MAJORINO E DINTORNI - Piccoli appunti per capire che cosa farà l'assessore al Welfare. In pectore è l'uomo di Zingaretti a Milano. Colui il quale è incaricato di portare avanti la linea del candidato alle primarie. Poi però ha una serie di problemi: il segretario metropolitano che sovrintende alle vicende di Milano, è stato eletto in opposizione al suo candidato, Ugo Vecchiarelli. Se l'intera compagine degli ex renziani dovesse seguire Lia Quartapelle probabilmente sarebbe più difficile la sua leadership tra i zingarettiani, a livello di truppe. E soprattutto: se sarà davvero il leader della corrente, come potrà tenere un piede dentro e l'altro fuori, come da sempre fa? Dubbi amletici.

fabio.massa@affaritaliani.it







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