Milano
Rapina al gioielliere, caccia ai complici. "Non volevo uccidere"
"Non volevo uccidere, ma mandarli via. Ho fatto di tutto per proteggere la mia famiglia, mia figlia e mia moglie". Continua a ripeterlo Rodolfo Corazzo, il gioielliere che ha sparato e ucciso uno dei tre rapinatori entrati nella sua casa di Lucino di Rodano (Milano), il cui racconto è drammatico. "Gli ho chiesto di non legarmi. Mi urlavano che avrebbero mutilato mia figlia".
CACCIA AI COMPLICI - La dinamica di tutto quanto è accaduto nella villetta dell'hinterland, i dieci colpi sparati, la razzia e la fuga sono esaminati dai carabinieri che stanno cercando i compagni del rapinatore ucciso, Valentin Frokkaj, albanese 37enne, già ricercato da polizia e carabinieri. In attesa della relazione dei militari, in procura il fascicolo d'indagine è a carico di ignoti. "Stiamo indagando - ha detto il comandante provinciale dei carabinieri Canio La Gala - E' in corso una battuta per cercare i complici". Non lontano dalla villetta è stata anche trovata una Golf che risulterebbe rubata. Dalla casa, invece, manca una Smith&Wesson calibro 357 Magnum. E' molto probabile che i banditi l'abbiano portata via. E che, oltre alle proprie armi, possano contare anche su quell'ulteriore pistola
LA DINAMICA - La vittima, un albanese, Valentin Frrokaj, 37enne, pluripregiudicato, ricercato per omicidio, e' morto nel corso di una sparatoria avvenuta intorno alle 21 di martedì nella frazione di Lucino. Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri la vittima sarebbe un ladro che si era introdotto in un appartamento e ad ucciderlo sarebbe stato il padrone di casa. Insieme al presunto malvivente ci sarebbero stati due complici, fuggiti dopo aver sentito gli spari. I tre ladri avevano atteso Rodolfo Corazzo, commerciante sulla sessantina, davanti al cancello della sua villa, strattonandolo all'interno della sua abitazione. L'uomo, già vittima in passato di rapine e detentore legalmente di armi, avrebbe chiesto che non fosse fatto del male alla moglie ed alla figlia. Ma qualcosa nella "trattativa" è andata male. "I rapinatori - ha spiegato al Corriere il legale Piero Porciani - avevano un'arma e poi ne hanno rubata un'altra. Il proprietario di casa ha esploso un colpo intimidatorio dopo aver subito anche delle percosse. Il ladro ha reagito e il mio assistito a sua volta ha sparato, colpendolo".
IL LADRO ERA RICERCATO PER OMICIDIO - Il ladro, rimasto ucciso durante un tentativo di furto dal proprietario di casa, con un colpo di pistola al cuore, era ricercato per l'omicidio di un connazionale avvenuto nel luglio del 2007 a Brescia. Secondo quanto si apprende, Frokkaj era stato arrestato il 14 agosto 2013 dai Carabinieri di Cassano d'Adda poiche' era evaso il 2 febbraio 2013 dal carcere di Parma, insieme a un suo connazionale. Nella circostanza fu trovato con una pistola 7.65 Beretta con matricola abrasa. L'albanese e' riuscito ad evadere anche una seconda volta, nel maggio 2014 dalla casa circondariale "Pagliarelli" di Palermo. Ieri sera, dopo lo scontro a fuoco con Rodolfo Corazzo, i suoi due complici sono riusciti a fuggire, portando via una pistola "Smith & Wesson" dall'abitazione del gioielliere. La casa e' stata sottoposta a sequestro ed e' stato programmato un sopralluogo questa mattina. Nei pressi dell'abitazione e' stata rinvenuta un Golf, risultata rubata a Dello (BS) il 9 ott 2015. Potrebbe essere l'auto utilizzata dalla banda per raggiungere il luogo del delitto ma non e' certo. I fuggitivi sono scappati a piedi
LA PISTOLA PUNTATA CONTRO LA FIGLIA DI DIECI ANNI - Corazzo è stato sentito dal pm Grazia Colacicco fino alle 3 di questa mattina. Per il momento, la Procura di Milano non ha ancora formalizzato l'apertura di una inchiesta. Stando al suo racconto, e' rientrato a casa in scooter, ha aperto il cancello, dopo aver parcheggiato il motorino, ha varcato la porta e si e' accorto di avere alle spalle delle persone. Nell'abitazione c'erano la moglie e la figlia di 10 anni. Un bandito avrebbe puntato un'arma contro la bimba e ordinato a Corazzo di consegnargli l'oro in suo possesso. I ladri hanno intimato all'uomo di aprire la cassaforte, dalla quale hanno prelevato gioielli e una pistola. Poi hanno insistito per avere di piu': c'era una seconda cassaforte. E' stata aperta, sono stati portati via monili in oro e altre armi. A questo punto, il gioielliere ha deciso di usare la pistola che tiene sempre addosso e che era sfuggita ai ladri. L'ha estratta, ha sparato un colpo in aria per allontanarli, ma loro hanno risposto al fuoco, con due pistole, una delle quali appena rubata dalla cassaforte. Corazzo ha poi reagito uccidendo l'albanese. Tutti e tre sono scesi al piano di sotto, per tentare di fuggire, con una Fiat 500 che si trovava nel garage. Ma non sono riusciti a sfondare la saracinesca. Valentin Frrokaj si e' accasciato a terra, morto. Sul suo corpo sono state trovate anche alcune dosi di cocaina. Gli altri due sono scappati a piedi. Hanno agito a volto coperto, e parlato poco, ma e' probabile che anche i fuggiaschi fossero della stessa nazionalita' di Frrokaj.
IL GIOIELLIERE: "NON SONO UN EROE, SONO DISTRUTTO" - "Non sono un eroe. In questo momento sono solo distrutto. Sono stato costretto a sparare per difendere la mia famiglia". Cosi' esprime il suo stato d'animo Corazzo. "Quello che ho fatto non e' bello. Non volevo farlo", afferma l'uomo che ricostruisce le sequenze che lo hanno portato a sparare piu' colpi verso i ladri. "I tre rapinatori erano incappucciati, armati. Mi hanno puntato una pistola addosso". Corazzo ha collaborato e sottolinea che la sua fortuna e' stata che i ladri non lo hanno 'perquisito' altrimenti si sarebbero accorti che nella tasca del giaccone aveva con se' una pistola, un'arma che porta sempre per difesa. "Ho collaborato, ho fatto tutto quello che mi hanno chiesto. Loro hanno preso tutto quello che hanno trovato", soldi, gioielli. Ma, secondo il gioielliere, non gli bastava. "Volevano altre somme che non avevo" e "hanno minacciato me e la mia famiglia". E' a quel punto che Corazzo ha caricato la sua arma in un momento in cui e' riuscito a stare da solo e l'ha puntata. Ha sparato un colpo al muro per spaventare i ladri e costringerli ad andarsene. Ne e' scaturito un conflitto a fuoco. I tre se ne sono andati scardinando la cancellata con la 500 di Corazzo, ma solo in due sono fuggiti, il terzo e' rimasto accasciato a terra. "Non sapevo neanche di averlo colpito", dice il gioielliere. "L'ho capito dopo. Stanotte non ho dormito e non dormiro' per molte altre notti. Sono devastato".
"UCCISIONE IN AMBITO DI LEGITTIMA DIFESA" - Secondo la procura si tratta di "un caso classico di legittima difesa". Come spiegano i carabinieri, l'uomo ucciso, era "un bandito estremamente pericoloso, un animale, molto agguerrito", con una lunga serie di reati, tra cui un omicidio, e "che ha sempre agito con l'uso delle armi". Se dovesse essere necessario, per effettuare i necessari accertamenti tecnici come l'autopsia, si potrebbe tutt'al piu' ipotizzare un'iscrizione di Rodolfo Corazzo nel registro degli indagati per 'eccesso colposo di legittima difesa'. A quanto si e' appreso sono una sette i colpi di arma da fuoco esplosi nel conflitto a fuoco tra Corazzo e i banditi.
SALVINI E MARONI: "LADRO SE L'E' ANDATA A CERCARE" - "Un commerciante, aggredito da tre rapinatori al suo rientro a casa, ha sparato e ucciso uno dei ladri, e messo in fuga gli altri due. Si e' difeso, ha fatto bene! Spiace per il ladro morto, ma se l'e' andata a cercare". Cosi' il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, sul suo profilo Facebook, commenta l'uccisione di un rapinatore che si era introdotto in una villa nel milanese. "Condivido. E' andato a cercarsela. E mi pare che questa posizione sia condivisa anche dalla Procura": è questo il parere di Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia: "La Procura stessa - ha aggiunto - ipotizza la legittima difesa, non l'eccesso colposo e quindi ribadisco che, se per caso dovesse essere imputato per eccesso colposo in legittima difesa, noi abbiamo approvato una norma che consente il patrocinio gratuito della Regione. Mi pare che almeno in questo caso non ci sia questa imputazione e quindi e' una buona notizia".
BECCALOSSI: "QUESTO E' TERRORISMO URBANO" - "Stamattina mi sono recata a Rodano per rendermi conto di come e soprattutto dove certi episodi accadano e ho parlato personalmente con l'avvocato Piero Porciani che assiste la famiglia vittima dell'aggressione che mi ha confermato che il rapinatore rimasto ucciso era già stato condannato per omicidio e ricercato per essere evaso dal carcere. Inammissibile e inaccettabile che cose del genere avvengano nei nostri paesi, nelle nostre citta'. Oggi che la definizione terrorismo internazionale e' sulla bocca di tutti, non vorrei passi in secondo piano il fenomeno del terrorismo urbano, che temo altrettanto e forse ancora di piu'". Lo scrive sul proprio profilo Facebook l'assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo di Regione Lombardia Viviana Beccalossi, commentando l'ennesimo episodio di cronaca avvenuto alle porte di Milano, dove un uomo, sequestrato in casa assieme alla sua famiglia, ha reagito sparando e uccidendo uno dei tre rapinatori. "Il terrorismo urbano - prosegue Viviana Beccalossi - è quello con cui devono fare i conti ogni giorno i cittadini italiani vittime di rapine dalla dinamica sempre piu' aggressiva e violenta per mano di criminali senza scrupoli, quasi sempre stranieri, che compiono veri e propri assalti armati nelle case". "Da mesi - conclude Viviana Beccalossi - ripeto che serve un giro di vite sulla sicurezza, schierando anche l'esercito nelle zone piu' critiche delle nostre citta'. Spesso vengo accusata da qualche buonista di strumentalizzare i fatti di cronaca a fini politici, ma l'episodio di Rodano dimostra che questo tipo di criminalita' merita uno sforzo straordinario che va dal potenziamento delle forze dell'ordine a pene esemplari quando questi criminali vengono assicurati alla giustizia".