Milano
Rider, sportello consulenza di Milano: operazione di facciata flop
Rider, la presentazione dello sportello del Comune di Milano è stato un flop. Il motivo? I sindacati non si prestano ad operazioni di facciata
di Alfio Rossi
Sono scivolati in tanti sulla buccia di banana del food delivery, il lavoro dei rider, i fattorini che per pochi euro vanno su e giù per le strade di Milano in bici a consegnare pranzi e cene. E oggi tocca all'assessore della giunta Sala, Cristina Tajani. Quasi fosse un marchio di fabbrica contro il precariato la mano tesa ai rider. Ma si sono scordati tutti di un dettaglio: ai rider serve un contratto di lavoro non una pacca sulle spalle. E i contratti li fanno i sindacati. Ci ha provato, col suo primo atto da ministro anche Luigi Di Maio. Ha incontrato una decina di rider scordandosi le organizzazioni sindacali, poi, dopo tante chiacchiere e' nato il decreto Dignità nato gia' vecchio e superato. In contemporanea ha messo sul tavolo la sua proposta il governatore del Lazio Zingaretti, con scarsi risultati. Ora e' toccato alla Tajani che ha presentato lo sportello intera dedicato all'ascolto, alla formazione e alla consulenza sui temi della sicurezza stradale e dei diritti del lavoro dedicato ai "riders" delle piattaforme di food delivery. Ed e' stato subito flop. Perché sia le maggiori associazioni d'impresa che i sindacati hanno disertato l'evento. Il motivo e' semplice: i sindacati, a partire dalla Cgil, non si prestano a operazioni di facciata. Preferiscono non alimentare la polemica ma e' chiaro che ai rider non servono chiacchiere o photo opportunity ma un contratto di lavoro e la formazione che può organizzare chi rappresenta il mondo del lavoro. Se il comune vuole pensare a dei percorsi protetti per i rider-ciclisti va bene, ma alla trattativa per un contratto serio, che tuteli questi ragazzi, ci pensa il sindacato.