Milano
Sala e i Dem, rapporto complicato: tra maratone consigliari e rimpasto
Nessun rimpasto ma una operazione chirurgica per sostituire Majorino in Giunta. Ma per il sindaco Sala c'è da tenere conto dei delicati equilibri di maggioranza
Sala e i Dem, rapporto complicato: tra maratone consigliari e rimpasto
Nessun rimpasto, operazione chirurgica. Beppe Sala pare proprio intenzionato a procedere così per sostituire Pierfrancesco Majorino. Anche se, fonti di Affaritaliani.it Milano, raccontano di un primo cittadino che sicuramente avocherà a sè le deleghe e potrebbe, se non trovasse la soluzione giusta, tirare anche più in lungo della settimana di cui ha parlato.
Anche perché con i Dem i rapporti potrebbero complicarsi. Mentre Sala conquistava le Olimpiadi e le prime pagine dei giornali, infatti, in Consiglio Comunale i democratici facevano il lavoro oscuro di difendere l'aumento del biglietto e pure degli abbonamenti. Roba non proprio popolarissima, che per essere sbloccata ha abbisognato di oltre 50 ore in una manciata di giorni. Una maratona infinita, che ha messo a dura prova non solo i consiglieri, ma anche il partito. Un partito che - passata l'emergenza consiglio e acquisite le Olimpiadi - vede un Sala in forma smagliante, con la popolarità ai massimi storici. Il timore è che proceda senza badare agli equilibri che non contano di certo in giunta, ma che a Palazzo Marino sono funzionali a far passare le delibere in consiglio. Tuttavia questo pone di fronte a un dilemma.
Se Beppe Sala dovesse scegliere di sostituire l'assessore Majorino del Pd con un esponente del Pd scontenterebbe la sinistra radicale e anche i civici (ovvero la lista del sindaco, che di fatto oggi è formata da nemici acerrimi del sindaco stesso). Peraltro, se Sala dovesse scegliere il Pd, quale area del Pd andrebbe a soddisfare? I majoriniani, e dunque con la nomina di Lamberto Bertolè, oppure gli zingarettiani ex renziani, con la nomina del capogruppo Filippo Barberis? Ecco perché la scelta più probabile, anche se a Palazzo fonti di Affari si affrettano a dire che è tramontata tempo fa, è quella di Fabio Terragni. Il manager alla guida di M4 è sicuramente e chiaramente di area Pd. Proviene dalla sinistra e non dal centro, e poi ha il vantaggio di essere terzo. E si sa, tra i due litiganti...
fabio.massa@affaritaliani.it