Milano
Salvini, un paninaro con lo smartphone (e leghista per caso). I Hate Milano
Ispirati dalla chiusura dell'ex Burghy di San Babila e da un altro pezzo di infanzia che muore per sempre, siamo andati sulla pagina Facebook del paninaro più' famoso dei nostri tempi, il leader della Lega Matteo Salvini.
Gia', perche' Salvini questo e': un paninaro. Ma quale leghismo, quale fascismo. Quando Bossi, d'estate, mostrava il pacco ai giornalisti sudando come un cinghiale ferito abbandonato sul ciglio dell'A14, Matteo se ne stava in casa davanti a un ventilatore, a compilare le cartoline per partecipare a Doppio Slalom, sognando i suoi 15 minuti di notorieta'. Quando Fini, a Fiuggi, traghettava l'MSI verso Alleanza Nazionale, Matteo si sparava una sciarpata nella Fossa dei Leoni, all'epoca uno dei pochi gruppi ultras che, benché' ufficialmente apolitico, non era certo collocato a destra. E che dire della sua amicizia con l'allora consigliere di Rifondazione "Atomo" Tinelli (come ci raccontano le cronache di una decina d'anni fa, tipo questa: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/05/27/il-ragazzaccio-del-carroccio-dai-boyscout-al.html). Possibile che Atomo fosse amico per la pelle di un fascio convinto? Del resto, se davvero fossimo davanti a un nero a strisce verdi, tipo divisa del Sassuolo, come spiegare la sua militanza nei "comunisti padani"(rosso-verde quindi, dal Sassuolo alla Ternana)? E la sua passione per De Andre'?
La verita' e' che Salvini viene da una generazione diversa da quella cui siamo stati abituati fino ad oggi. Al tramonto della generazione anni '70, con le chiavi inglesi 36 e il dibattito dopo il cineforum, segue la generazione successiva, quella dei paninari appunto, de-ideologizzata e de-politicizzata, dove i valori sono negoziabili e quello che conta, oltre alle sbarbine, e' il raggiungimento di uno status sociale che faccia morire tutti di invidia a Santa, al Forte o a Pontedilegno. Enzo Braschi che arriva e dice "Ma ci sono qua io, Gran Gallo, l'unico paninaro del mondo.." con tutti che rispondono "...Troppo Giusto!!!" e' identico a Salvini che su Facebook si fa chiamare "il Capitano" e dice che la UE gli ha "rotto la palle!!" e che ci vuole la "Ruspaaa!". Entrambi parlano lo stesso linguaggio, solo che uno lo faceva dentro una trasmissione che era parodia, l'altro ha confuso la parodia con la realtà e per questo si adatta meravigliosamente bene all'estetica dei social network. Entrambi sono sempre uguali a loro stessi, sketch dopo sketch, perche' così' li vuole il pubblico e quindi se in "Italian Fast Food" Braschi deve ingozzarsi due panozzi anche se non ha appetito per impressionare "i truzzi", Salvini,che una volta sulle droghe leggere diceva "ho il dubbio che basti la pura repressione", ora deve dare addosso alla proposta di legge che vorrebbe legalizzarle, perche' così vogliono i social-spettatori.
E', come sempre, una questione di spazi e opportunità': se i punk di Porta Genova sono il motivo che spinge Braschi a vestirsi Naj Oleari e diventare leader dell'armata in Timberland, gli immigrati e l'incapacita' dell'Europa di gestire l'emergenza sono il carburante che spinge il Salvini curvaiolo/deandreista/boyscouttiniano a diventare il Felpa di Ferro tutto ordine e sgomberi. Il "Va Guerriero", la sacra ampolla con l'acqua del Po, gli spadoni di plastica agitati al vento...basta vederlo twittare in tempo reale dal suo smart-phone per capire quanto l'armamentario folcloristico della Lega Bossiana che fu con lui non c'entri un accidente. E basta guardare come e' a suo agio di fianco a Efe Bal o Sylvie Lubamba per capire che lui, con Forza Nuova, c'entra come Sbrirulino con la marcia su Roma. Ci fosse stata un'altra emergenza, una paura di rilievo diversa in grado di produrre voti certi, tipo un Piano Solo o Ordine Nuovo, c'e' da scommetere che Matteo ce lo saremmo ritrovati in basco e maglietta del Che. Invece ora lo vediamo in Fez e fazzoletto verde. E' solo un caso.
La vera cosa da evitare, quindi, e' fare come quell'esercito di vanitosi con molto tempo libero che passano il tempo a insultarlo su Facebook per poi gasarsi per i like presi e magari esibire il ban ricevuto come un trofeo di guerra. La cosa più' pericolosa che si può' fare in questo paese e' trasformare in miti dei mitomani, e per farlo non c'e' cosa più' efficace che prenderli sul serio. Del resto, e' stato proprio il prendere sul serio i paninari e il loro immaginario l'errore madornale che ha portato alla situazione attuale.