Trenord, lettera ai dipendenti: ”Non parlate con i giornalisti” - Affaritaliani.it

Milano

Trenord, lettera ai dipendenti: ”Non parlate con i giornalisti”

di Fabio Massa

E alla fine arrivò la minaccia ai dipendenti. Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, ai dipendenti di Trenord è arrivata una lettera firmata Giorgio Spadi, direttore del personale. L’obiettivo? Le “gole profonde” che passerebbero ai giornali (e segnatamente ad Affarialiani.it, che fino ad oggi insieme a Metro è il giornale che ha pubblicato più documenti riguardanti Trenord) le notizie e i report riservati. “Sono stati recentemente pubblicati, da organi di stampa, documenti aziendali contenenti informazioni riservate e rilevanti, la cui divulgazione pregiudica gli interessi dell’azienda e può indurre a ritenere che l’Azienda stessa non ponga la dovuta attenzione alle attività proprie, peraltro su temi attinenti anche alla sicurezza ferroviaria - scrive Spadi, riferendosi anche al libro di bordo (che anche Affari ha potuto visionare, e che Metro ha pubblicato) riguardante un episodio attualmente sotto indagine della Procura - Qualora tale divulgazione fosse opera di dipendenti costituirebbe un atto ancor più grave soprattutto in relazione agli obblighi di riservatezza nascenti dal rapporto di lavoro, inclusi i divieti di fornire a terzi informazioni riservate che possano essere utilizzate con pregiudizio degli interessi dell’azienda, a cui tutto il personale deve attenersi”. Il resto sono minacce di risarcimenti in via civile e penale.

“E’ scandaloso - commenta a Affaritaliani.it Dario Balotta, presidente dell’Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni e Trasporti - Letteralmente scandaloso. Non si capisce perché una azienda pubblica debba minacciare i propri dipendenti, che sono dipendenti pubblici, di non avanzare critiche al servizio, o di fare in modo che emergano le problematiche riguardanti un servizio pubblico”. Ma c’è di più, perché l’azienda ha sempre smentito tutti i dati pubblicati da Affaritaliani.it. “Così facendo, paradossalmente, invece li avvalora. E’ come se stesse dicendo: è vero, è tutto vero. Ora io mi chiedo: se davvero l’azienda va così bene come si vuol far credere, perché nascondere i documenti? Perché impedire la loro pubblicazione? Di certo esiste un difetto di comunicazione”. Solo ieri erano stati i consiglieri del Movimento 5 Stelle ad attaccare Trenord per la poca trasparenza. Il presidente Soprano, infatti, aveva replicato alla richiesta di accesso agli atti opponendo un diniego. L’argomento? I patrocini gratuiti e non concessi negli ultimi 4 anni.

@FabioAMassa

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: LA REPLICA TRENORD

La trasparenza nella gestione aziendale congiuntamente al rispetto delle regole sono principi cardine su cui Trenord fonda la sua azione. In Trenord, come in tutte le principali aziende partecipate da società soggette al controllo pubblico, vi sono procedure, codici etici, oltre che norme di legge, che regolano i comportamenti di tutti coloro che agiscono per l’azienda. La trasparenza si concreta nell’accesso a tutti i dati e documenti aziendali da parte degli organi di vigilanza e di controllo e nel rendere pubblici e accessibili, con le dovute forme e procedure, dati e informazioni aziendali veritieri e corretti; non, invece, nella incontrollata estrapolazione e trasmissione di documenti aziendali, artatamente male interpretati e utilizzati per finalità improprie a danno dell’azienda e dei suoi esponenti. Tra i fondamentali obblighi imposti dalla legge a carico di tutti i dipendenti (art. 2105 cod.civ.), anche pubblici, e ribaditi nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro delle Attività Ferrovie applicato anche da Trenord (ex art. Art.56 comma 2,  lett.g) oltre che nel Codice Etico di Trenord (Art.2.9  -  il cui rilievo è pure richiamato dall’art.56, comma 1° CCNL AF) vi sono proprio quelli di riservatezza su tutti i documenti e le informazioni aziendali. Nello specifico, essendo stati trasmessi all’esterno e pubblicati, senza autorizzazione di Trenord, stralci di documenti aziendali da cui sono stati estrapolati informazioni non vere, peraltro anche oggetto di acquisizione nell’ambito di una indagine e pertanto coperti da obbligo di segreto (ex art.329 cod. proc. pen.), l’azienda, proprio per garantire il rispetto delle regole di riservatezza, ha dovuto ricordare a tutto il proprio personale l’esistenza di tali obblighi e le conseguenze correlate al loro eventuale mancato rispetto. Vi è stato, quindi, solo il doveroso richiamo al rispetto delle regole. Non ha dunque alcun fondamento quanto affermato da notizie strumentali e scandalistiche con cui certi soggetti che hanno cercato infondatamente di ricostruire l’esistenza di “minacce” di Trenord ai propri dipendenti e fantasiose lacune di trasparenza, tutto questo con il fine pretestuoso di giustificare l’illecita ed inammissibile divulgazione incontrollata di documenti aziendali riservati.








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