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Milano
Tribunale, boom di impugnazioni dei migranti. Si rischia il collasso

MIGRANTI, CENTINAIA DI ARRIVI DA UDINE

L'emergenza migranti in Lombardia è sempre più forte. E' di ieri la notizia che un centinaio di migranti sono stati trasferiti dalla caserma Cavarzerani di Udine. I profughi, afgani e pachistani, sono stati fatti salire a bordo di pullman intorno alle 7.30, diretti in Lombardia, a Milano e a Varese. Il trasferimento e' stato disposto dal ministero su richiesta della Prefettura di Udine e seguito dalla Polizia del capoluogo friulano, dove la caserma ha raggiunto la capienza massima. Attualmente ci sono Migranti che dormono in alcune aree della citta', ma si tratta di persone al di fuori dei circuiti dell'accoglienza, persone a cui e' stato rifiutato l'asilo o profughi che erano stati trasferiti in altre realta', ma che hanno scelto di rientrare in Friuli e hanno perso quindi il diritto all'assistenza.

400 IMPUGNAZIONI AL MESE

Ma l'emergenza legata ai migranti rischia di creare un cortocircuito anche al sistema giustizia. Se respinti dalla Commissione territoriale della Prefettura, infatti, gli stranieri richiedenti asilo possono fare ricorso alla Corte di primo grado. E poi, in caso di esito ancora negativo, in corte d'Appello e in Cassazione. Come riporta il Giornale, nel 2016 si è assistito a un vero e proprio boom di impugnazioni, diventate ormai oltre 400 al mese. La mole di lavoro per il Tribunale continua ad aumentare e visti i continui arrivi le previsioni non possono che andare in tal senso. 

IL TRIBUNALE RISCHIA IL COLLASSO

Il calcolo preventivo per l'intero anno arriva a 4mila ricorsi di persone che chiedono lo status di rifugiato, con un exploit del 140 per cento in dodici mesi. Il presidente del Tribunale Roberto Bichi cerca di fronteggiare l'emergenza. Da tutte le sezioni sono stati applicati 12 giudici, che si dividono tra le udienze ordinarie e quelle della sezione competente per i richiedenti asilo (la Prima civile). Il problema è queste risorse non sono state aggiunte ma sono state sottratte ai precedenti incarichi. Questo significa che la tanto decantata velocizzazione dei processi resterà sulla carta. Anzi, la realtà è che il sistema giustizia lombardo rischia di incepparsi.

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