Milano
Via i capilista anche in Lombardia. Senza Gentiloni addio Ema. Analisi
Stabilità del Governo, primarie per i capilista e abolizione dei vitalizi. Le grandi sfide del PD per fine legislatura
di Fabrizio Barini
Stabilità del Governo, primarie per i capilista e abolizione dei vitalizi. Le grandi sfide del PD per fine legislatura
Dopo l’esito del referendum tra le fila dei parlamentari PD si respira un’aria di rassegnazione. La legislatura delle riforme è finita. Occorre quindi tornare al voto prima possibile. Una posizione che credo abbia più a che fare con le dinamiche politiche interne al Partito piuttosto che alle reali esigenze del Paese. La legislatura è tutt’altro che finita ed è ancora possibile stabilire un’agenda di cose da fare, importanti, per ridare ai cittadini la fiducia nella politica e nelle sue istituzioni. In questa prospettiva il PD ha una grande responsabilità disponendo di una pattuglia di 400 parlamentari, la più numerosa della storia italiana.
Il primo punto del programma è semplicemente quello di portare la legislatura alla sua naturale scadenza. Le ragioni sono molteplici e riguardano anche il futuro di Milano. In primis lo spostamento della sede dell’EMA, l’agenzia europea del farmaco, da Londra a Milano. Una sfida che inizierà il prossimo 13 marzo che vedrà la città in competizione con altre importanti capitali europee tra cui Vienna. Un risultato che dipenderà dalle capacità negoziali del Governo e di conseguenza dalla sua durata. L’incontro di oggi tra il Sindaco Sala e il Premier Gentiloni è un segnale importante che consolida il patto siglato pochi giorni fa tra Comune e Ministeri degli Esteri e delle Finanze per la creazione di una task force per fare di Milano la capitale europea del post Brexit. Ma la salute del Governo è fondamentale anche mettere mano ai 149 provvedimenti legislativi che attendono ancora i decreti attuativi. Eredità dei Governi Monti, Letta e Renzi, quest’ultimo con la percentuale più alta di leggi ancora incomplete: l’80%. La Legge di Bilancio approvata alla fine di ogni anno è la più complessa da attuare: le ultime 5 (dal 2013 al 2017) hanno richiesto in tutto 425 provvedimenti attuativi, una media di 85 ciascuna. L’ultima approvata dal Governo Renzi si è concentrata sulla politica industriale. E senza la sua piena attuazione i 13 miliardi di euro di risorse pubbliche andrebbero in buona parte dispersi. Da ultimo occorre riconquistare la fiducia dei mercati: per tenere sotto controllo il costo del debito pubblico. Grazie alla politica monetaria della BCE e alla stabilità delle legislatura l’Italia ha risparmiato 60 miliardi di euro di interesse passivi. Dopo la caduta del Governo Renzi lo spread è tornato crescere, erodendo in parte di quei benefici. La plastica dimostrazione della necessità di stabilità è il poderoso rialzo, +1,8%, con sui la Borsa di Milano ha reagito all’intervista nella quale Renzi ha dichiarato che il Governo Gentiloni può arrivare alla scadenza naturale della legislatura.
Esiste poi la grande questione della legge elettorale. Una segnale importante, per ricostruire un rapporto con i cittadini, potrebbe essere quello di intervenire sui capilista bloccati. Anche se la Consulta non ha obiettato su questa ipotesi non si può negare agli elettori la possibilità di scegliere tutti i propri parlamentari. Una soluzione potrebbe essere quella di imporre, per legge, le primarie per la scelta dei capilista. E se non lo farà il legislatore il PD si dovrebbe impegnare a farlo in autonomia. Infine il nodo politico dei vitalizi o più correttamente della pensione dei parlamentari. Renzi ha recentemente dichiarato: «L’unica cosa è evitare che scattino i vitalizi perché sarebbe molto ingiusto verso i cittadini. Sarebbe assurdo». Michele Emiliano addirittura ha proposto l’abolizione totale dei compensi per parlamentari e consiglieri regionali. Su questo punto esiste una proposta di legge che giace in Parlamento dal luglio 2015: primo firmatario il parlamentare PD Matteo Richetti. Il problema è che si tratta di un cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle e cedere su questo punto equivarrebbe a consegnare una vittoria politica agli avversari. La soluzione potrebbe essere quella di consentire ai Parlamentari il ricongiungimento dei contributi versati con quelli degli altri redditi previdenziali senza però maturare il diritto alla pensione. Un'ultima annotazione: nel giorno in cui l’Istat comunica dati record per la bilancia commerciale italiana penso a Milano dove tra pochi mesi apriranno i nuovi punti vendita di Starbucks e Apple: i più grandi d’Europa. Decine di milioni di euro di investimenti e centinaia di nuovi posti di lavoro (si spera pagati senza voucher). La città ha le carte in regola per diventare uno dei luoghi in Europa dove in tanti cercheranno di fare valere il proprio talento e costruirsi un futuro. Il PD è la prima forza di governo, non perdiamo questa grande occasione.