Politica
Ascesa e caduta di Casaleggio Davide
Davide Casaleggio il finto stratega dei Cinque Stelle
Nelle convinzioni collettive di questa nostra epoca confusa e degradata c’è quella che se uno è silenzioso è automaticamente anche intelligente.
Perché -si pensa- ecco, sta tramando, medita, fa piani strategici, ascolta ma non parla, elabora come i generali cinesi dei libri palla sulla guerra, quelli che leggeva D’Alema per darsi un tono, appunto, strategico.
Davide Casaleggio è uno di questi.
Non parla mai, non risponde, si eclissa, c’è e non c’è, un po’ come il mitico gatto di Schroedinger della meccanica quantistica e tutti a dire, “che intelligenza!”, chissà che piani ci sono sotto e che noi non riusciamo a vedere nella nostra limitatezza cognitiva.
Un po’ come Jim Messina (voluto da Filippo Sensi il portavoce di Sensi ed ora di Gentiloni), un altro che ha fatto perdere un sacco di gente tra cui la Clinton e Renzi stesso, ma passa per un grande stratega e ha fatto su questa convinzione irrazionale lautissimi guadagni.
Ma torniamo al Casaleggio figlio (un po’ come il Conte Zio dei Promessi Sposi) che molto, occorre dirlo, ha ripreso dal padre.
Nella recente disastrosa avventura europea di Grillo che, come noto, ha tentato di entrare nel gruppo dei Parlamentari liberali e ne è stato scacciato brutalmente c’è lui dietro.
Non solo per far contare di più il movimento a livello europeo ma perché c’è in Europa una discussione sull’agenda telematica molto importante per il M5S.
Quindi Casaleggio ha congegnato tutto senza dire niente a nessuno tranne che, ovviamente, a Grillo che si beve tutto vittima di una sorta del “culto del cargo” in relazione ai passati successi del padre.
Ma evidentemente si trattava di azione temeraria tipo “mettere davanti al fatto compiuto” visto come è andata a finire.
Poi la toppa molto peggio del buco: i “poteri forti” non ci hanno voluti…”, ma come? Fino a qualche ora prima stavano facendo carte false per entrare nei “poteri forti” ed ora si disconosce tutto?
Questo il livello del manifesto e cioè di quello che ha fatto esplicitamente Casaleggio Davide. Poi c’è ancora il “non manifesto” da capire e cioè quello che ha combinato prima ma quello non si saprà mai.
Se non fossimo nell’era della post - verità sarebbe stato cacciato a calci nel deretano fino a pochi anni fa ma ora probabilmente per un meccanismo sociologico ancora misterioso agli “scienziati delle folle” verrà innalzato e glorificato nuovamente come “fine stratega”.
Intanto Di Maio molto manganellato dalla vicenda dell’assessora all’ambiente Muraro che si era ostinato ad appoggiare risale un po’ nel listino; il vicepresidente della Camera pare essere ancora il candidato premier e i suoi avevano criticato pesantemente la manovra mentre lui se l’era cavata diplomaticamente come mossa “tattica”.
Ma, a guardar bene, pure questa spiegazione non è un gran che, perché non si possono rovesciar e i propri valori fondanti per motivi tattici, se no sei un Cirino Pomicino qualsiasi.