Politica
Cacciari nuovo suggeritore di Grillo. Dove nasce l'alleanza Pd-M5S
Cacciari, uno dei pochi intellettuali italiani degni di questo nome, sembra diventato il nuovo garante M5S.Dice cosa fare e Grillo risponde con le stesse parole
Mork chiama Ork....rispondi Ork! E Ork oggi ha risposto.
Il dibattito politico italiano ormai è tutto nei media e solo lì.
Fanno impressione i termini chiave usati a pochissime ore di distanza, tra ieri sera e stamattina, dal filosofo Massimo Cacciari e dal leader Beppe Grillo, che in due interventi separati parlano di “nuovi rapporti tra Pd e M5S”, “crisi”, “caos”, “mettere in campo delle idee”, “nuovi progetti con il Pd”. Un filo di congiunzione così netto, giocato su parole d’ordine identiche, da far sembrare il filosofo veneziano il nuovo suggeritore del Movimento 5 Stelle, colui che detta la linea più del garante, forse in assenza di idee.
Sembra Cacciari l'ispiratore del M5S per uscire dalla crisi.
Ieri sera a Otto e mezzo, il programma condotto da Lilli Gruber, si è parlato della “crisi” del Movimento 5 Stelle, delle difficoltà del governo e del Pd. Una fase definita “di transizione”, citando il premier Conte. Tra gli ospiti il filosofo Massimo Cacciari che in estrema sintesi ha spiegato perché il Pd non doveva e non deve demonizzare i 5 Stelle che sono in “grande crisi”, ma rappresentano un argine al disagio sociale e grazie a loro non si va verso la deriva della destra estrema. Per il filosofo veneziano la destra estrema non è Salvini ma quel pericolo che il modo di operare del leader leghista, che indebolisce la democrazia, fa correre al nostro Paese.
I 5 stelle hanno il merito di aver arginato le frange estreme che pulsano nella società. Secondo Cacciari il Pd “doveva inventarsi” qualcosa per avere un rapporto con i 5 Stelle. Il Pd doveva parlare a chi ha votato 5 Stelle, “non ai Di Maio” e company, per recuperare i propri voti migrati verso il movimento di Grillo. Invece li hanno addirittura demonizzati. Ora si ritrovano insieme in un governo ma senza un programma politico che possa mettere in campo delle idee, per questo va trovato un nuovo rapporto tra le due forze politiche. Infatti il filosofo spiega che rompere questo rapporto con i 5 Stelle sarebbe un disastro per tutti perché aprirebbe alle frange estreme che esistono nella nostra società. Bisogna invece guardare a un nuovo tipo di accordo e programma per il Paese.
Puntuale come un orologio svizzero arriva oggi una dichiarazione video di Beppe Grillo, poco incline ad intervenire ultimamente, che in mattinata ha tenuto un incontro con Luigi Di Maio all’Hotel Forum di Roma. Grillo (con di fianco Luigi Di Maio): “E’ un momento di caos. Ma il caos è nella nostra natura, la natura dell’uomo”. Un caos creativo. E poi un elogio a quanto Pd e M5S stanno facendo, “le tasse, che è la politica, servono a orientare il Paese verso qualche cosa”. E un invito: “Non rompete perché sennò ci rimettiamo tutti”. Stesso registro di Cacciari.E ancora: “Avete scelto questa votazione in Emilia Romagna, ci andiamo per beneficenza, come dai un euro a uno così per qualsiasi cosa, ci puoi dare un piccolo voto per beneficienza a noi? Che magari facciamo da tramite tra una destra che arriva un po' pericolosetta e una sinistra che si deve formare anche lì. Quando parlo di progetti insieme con la sinistra parlo di progetti alti, bellissimi”.
Grillo: “Non possiamo essere gli stessi di prima, dobbiamo guardare avanti con grande entusiasmo”.
Dopo pochi minuti arriva l’annuncio del Pd che propone un nuovo contratto con il M5S da gennaio.
Un cambio radicale, quello del comico genovese che qualche anno fa sul suo blog pubblicava articoli dal titolo ”Porte chiuse alla mafia e al Pd #NoMafiaNoPd”, rilasciava interviste surreali dove riferendosi al governatore della Sicilia sosteneva: "L'insussistenza di Crocetta è un messaggio preciso del PD alla mafia siciliana: ‘noi non disturberemo'". Sembrano lontani quei tempi ma più attuali le sue parole quando nel 2014 ripeteva, riportato da tutti i giornali, davanti a 2000 persone a Piombino: “Tanto ve lo mettono nel c... anche con le parole. E' con la speranza e le parole che la politica ve l'ha messo nel c..., con la semantica…".
Siccome il movimento è in crisi l'empasse di oggi si chiama "caos creativo" e i nemici di ieri, quelli che prima erano associati alla mafia, diventano soggetti con cui fare "progetti alti, bellissimi". La semantica e il capovolgimento del senso delle cose sembrano avere un valore più alto di ogni realtà. E i media vogliono determinarla. La crisi profonda che può marcare la fine del M5S diventa una "transizione" verso fantastici progetti bellissimi. E così i consigli di Cacciari, cioè riportare i voti dei 5 Stelle alla casa madre, il Pd, sono più convincenti di qualsiasi risultato elettorale o voto interno, come è stato negli ultimi anni.
Infatti quando il Paese si è espresso ha premiato altri.
Quanto si muove nel Paese, tra la gente, non esiste se non come rappresentazione mediatica. Sarà per questo che poi quando quando si va alle urne il consenso va a chi nei media è trattato come un pazzo o un estremista para fascista?