Dopo Embraco, bis con Italiaonline. Calenda sposa ancora Karl Marx
Il ministro punta ancora a fare il segretario del Pd?
Chi non ricorda l’improvviso attivismo sociale che manifestò il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda poco prima delle elezioni?
Lui, tutto casa e Confindustria, sentì impellentissimo il desiderio di aiutare, marxianamente, i proletari di tutto il mondo, ma specificatamente italiani, ad uscire dalle secche dei loro problemi; lui, ultraliberista al punto da portarsi al ministero in ruoli apicali uno dei fondatori dell’Istituto Bruno Leoni, Carlo Stagnaro, si spese notte e giorno per le vicende della Embraco, arrivando a definire i dirigenti della società “gentaccia”, con un modo di fare assolutamente poco istituzionale che ci ha esposto a una figuraccia internazionale, come ho scritto qui:
Parimenti il burbero ministro si è interessato alla vicenda di Italiaonline, aiutando una azienda dai bilanci molto floridi e che ha già ricevuto molti aiuti dallo Stato, mentre poi manda in cassaintegrazione i suoi dipendenti.
Insomma, grande attivismo da fare invidia a Fausto Bertinotti e allo stesso Bruno Tabacci, da poco anche lui riconvertito al marxismo dopo un passato di centro - destra.
In verità, furono diversi a non fidarsi della riconversione dell’antico assistente di Luca Cordero di Montezemolo e la addebitarono piuttosto a due fattori: in campagna elettorale ad un estremo tentativo di accreditare un Matteo Renzi “di sinistra” e per uso interno per accreditarsi dentro Il Partito Democratico (di cui prese in fretta la tessera) in vista della corsa alla segreteria.
Se la prima causa, come noto, è naufragata resta però in piedi la seconda e il ministro sfrutta la sua posizione, visto che è ancora incredibilmente in carica il governo Gentiloni, delegittimato dagli italiani il 4 marzo, per svolgere attività che sembra travalicare l’“ordinaria amministrazione”.