Fondatore e direttore
Angelo Maria Perrino

Centrodestra: ecco la bozza del patto (poi naufragato)

Esclusiva Affaritaliani.it. Cosa è accaduto davvero nel Centrodestra

Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
salvini meloni berlusconi a

Mercoledì 20 aprile 2016, tardo pomeriggio. Riunione del tavolo per le Amministrative del Centrodestra nell'ufficio a Palazzo Madama del senatore di Forza Italia (presidente del tavolo) Altero Matteoli. Per gli azzurri presenti anche il capogruppo al Senato Paolo Romani e Sestino Giacomoni. Per la Lega Nord presenti Giancarlo Giorgetti (braccio destro di Matteo Salvini) e Raffaele Volpi, responsabile di NoiConSalvini. Per Fratelli al vertice c'erano Ignazio La Russa, Carlo Fidanza, Fabio Rampelli e Francesco Lollobrigida.

In quelle sede si sono poste le basi per l'accordo nel Centrodestra che avrebbe dovuto portare al sostegno di Silvio Berlusconi alla candidatura di Giorgia Meloni a Roma. Intesa che poi è saltata per l'intervento dell'altra parte di Forza Italia - quella che non vuole accordi con la Lega e Fdi - e anche per il pressing dei vertici di Mediaset sull'ex Cavaliere.

Nel corso della riunione era stato messo a punto un documento comune che avrebbe dovuto essere la base della rinascita del Centrodestra e che Sestino Giacomoni si era impegnato a consegnare direttamente nella mani di Silvio Berlusconi. Affaritaliani.it è entrato in possesso di una bozza di quel documento (che nella forma è stato scritto e riscritto diverse molte ma che nella sostanza è rimasto invariato) - finora rigorosamente top secret - e la pubblica in esclusiva.

Il primo punto riguarda la costituzione della federazione tra Forza Italia, Lega Nord-NoiConSalvini e Fratelli d'Italia. Il tavolo di presidenza della federazione sarebbe dovuto essere composto solo dai tre leader (Berlusconi, Salvini e Meloni) e presieduto dall'ex Cavaliere. Il tavolo - recita il documento - si sarebbe potuto allargare ad altri soggetti soltanto con il consenso unanime dei tre leader.

Due gli impegni precisi. Il primo quello di trovare candidati comuni in tutte le città capoluogo di Regione che andranno al voto il prossimo 5 giugno. In questo modo Berlusconi avrebbe dato l'ok alla Meloni a Roma e avrebbe ottenuto il sostegno di Lega e Fdi a candidati di Forza Italia a Torino e Napoli. Il secondo impegno è quello di iniziare a lavorare per la formazione di una lista unica di Centrodestra che si sarebbe dovuta presentare alle prossime elezioni politiche, visto che l'Italicum (la legge elettorale voluta dal premier Renzi) assegna il premio di maggioranza alla prima lista o al primo partito e quindi non consente la formazione di coalizioni elettorali.

Come si vede si trattava di un vero e proprio accordo strategico per un'alleanza che andava ben al di là delle elezioni comunali del 5 giugno. Ecco perché la parte di Forza Italia che punta al centro verso Alfano, Casini e Verdini (e magari Renzi), e che non vuole l'accordo con Salvini-Meloni, è intervenuta su Berlusconi per fermare l'intesa messa a punto nei dettagli lo scorso 20 aprile nell'ufficio a Palazzo Madama del senatore Matteoli.

ECCO LA BOZZA DELL'ACCORDO PER LA COSTITUZIONE DELLA FEDERAZIONE DI CENTRODESTRA

(poi naufragato con la conferma da parte di Silvio Berlusconi dell'appoggio alla candidatura di Guido Bertolaso alle elezioni a Roma)

Forza Italia, Lega Nord-NoiConSalvini e Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale costituiscono la federazione dei partiti di Centrodestra. Il tavolo di presidenza della nascente federazione è composto direttamente dai tre leader: Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. A presiedere il tavolo è Silvio Berlusconi. Eventuali nuovi ingressi di altri soggetti politici dovranno prima ottenere il consenso unanime dei tre leader.

Il primo impegno della nascente federazione è quello di individuare candidature unitarie in tutte le città capoluogo di Regione dove il prossimo 5 giugno si terranno le elezioni amministrative. Allo stesso tempo, la federazione di Centrodestra si impegna ad iniziare a lavorare per la formazione di una lista unica in vista delle prossime elezioni politiche, considerando che la nuova legge elettorale assegna il premio di maggioranza al primo partito o lista e non a una coalizione di partiti.

accordo
 

 

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