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Politica
D'Alema contro Renzi: "Gli studenti della Normale non sono la vecchia guardia"

di Carlo Patrignani

Il No di Massimo alla riforma costituzionale "inutile e dannosa: un pasticcio" imposta dal Governo e dal suo Premier Matteo Renzi al Parlamento a colpi di maggioranza risicata e di conseguenza al Paese, rimbomba, si ode forte e chiaro, in ogni angolo dello Stivale, dove è invitato a spiegarne le ragioni, forte del supporto 'tecnico' di 56 costituzionalisti che hanno dato vita ai Comitati del No presieduti dal giurista indipendente Guido Calvi. 
Forse non si era ancora visto, nella storia della sinistra italiana, un dissenso così aperto e pubblico, senza esclusione di colpi e dai toni altisonanti, tra l'establishment del Partito, in questo caso il Pd, che racchiude in sè l'ex-Pci e parte dell'ex-Dc, e un militante che, per quanto autorevole e prestigioso, è oggi un semplice e libero iscritto "senza incarichi politici e istituzionali". 
Con dissensi e contrapposizioni, lacerazioni e scissioni, la sinistra italiana ci è vissuta: fanno parte del suo Dna. Ma un livello del genere, forse, non era stato ancora toccato. Non è una fiction nè un reality show. E' la realtà nuda e cruda di uno scontro non solo di pura 'tecnica' istituzionale e di natura politica, ma di impostazione culturale, della concezione e visione della società.
Al Premier Matteo Renzi che definisce questo scontro, in cui D'Alema si sta spendendo in lungo e largo per "rientare in partita", come "un derby Italia contro vecchia guardia" alla quale "non lascio [a lui e ad altri] la possibilità di bloccare il futuro del Paese", il graffiante, ironico, sereno leader Maximo ribatte, dopo aver incontrato alla Scuola Normale superiore di Pisa, "[...] una platea composta interamente di ragazzi: fatico a considerare gli studenti della Scuola Normale come la vecchia guardia". E dopo Pisa, il No di Massimo è rimbombato forte e chiaro a Livorno dove ha raccontato di "una platea composta anche da ragazzi bravi, che non hanno voluto fare un faccia a faccia tra il no e il sì, perché hanno detto di aver fatto una ricerca tra loro, e non c'e' nessuno che voti sì, neanche uno. Votano tutti no. Sono il futuro del Paese che è contro Renzi".
Uno scontro, un duello a distanza, tra il presente del Pd e il passato, ma non tanto passato, dello stesso Pd, per il quale è assai improbabile una ricomposizione, nonostante gli appelli al 'bon ton', e men che mai un confronto vis a vis tra i due contendenti. 
"Non sono interessato a partecipare ai rodei televisivi", ha tagliato corto D'Alema smontando una certa rappresentazione molto in voga. "Non corrisponde alla realta' l'attuale rappresentazione dalla quale sembra che sia, improvvisamente, nato un riformatore dopo 40 anni di inerzia politica: sentire il Presidente del Consiglio che e' il Capo dei politici che vuole cacciare i politici, e', francamente, un po' sgradevole. Se ne ricava che il suo interesse e' solo quello di cacciare gli altri politici". 
Ossia i politici fastidiosi come potrebbe essere, anzi è D'Alema o al limite l'autorevole presidente dei Comitati del No, Guido Calvi: "sono d'accordo nella critica più severa alla Riforma Costituzionale che restringe la sovranità popolare e concentra il potere nelle mani dell'Esecutivo". 
E D'Alema continua a viaggiare su e giù per la Penisola: lunedì sarà a Ravenna mentre, come ha anticipato Calvi in un affollato teatro romano: "i Comitati del No si stanno mobilitando in tutto il Paese portando ognuno la propria cultura e la propria storia".

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