Politica

Di Maio-Salvini,il jazz per non litigare.I consigli della consulente d'impresa

Erika Leonardi*

Salvini e Di Maio, per non litigare ispiratevi all'orchestra jazz: come fare gli assoli rispettando un comune spartito

Un interrogativo per Di Maio e per Salvini: può la disparità di vedute creare sinergie? La mia risposta è sì. Vediamo il perché. Sulla stampa leggiamo continui disaccordi e schermaglie: ci arriva l’immagine di due solisti. E questo non porta bene né al governo nel suo insieme, nei ai singoli politici, né tanto meno ai cittadini che possono perdere fiducia. Viene da chiedersi: in che misura l’agire in gruppo tarpa le ali all’autonomia del singolo? Una risposta costruttiva proviene dal jazz.

Mettiamo a fuoco la sua caratteristica: il brano non è del tutto preparato e provato. C’è una base condivisa dalla band e su questa ogni musicista inserisce un suo contributo personale estemporaneo: si chiama improvvisazione. La performance finale è ben equilibrata per magia? O perché c’è un modo di relazionarsi particolare? Nel jazz convivono apparenti opposti: regole associate a flessibilità, forte spirito di squadra unito al senso di responsabilità individuale, costante impegno alla padronanza tecnica associata a quella di strumenti di innovazione.

In altre parole: ogni musicista deve essere al massimo, ma deve armonizzare il suo pensiero e le sue emozioni con quelle degli altri. Attraverso questa lente, il jazz diventa una metafora che da anni propongo nelle aziende nei miei progetti di consulenza manageriale. Nella pratica cosa deve essere capace di fare ogni persona? Saper vivere serenamente una pluralità di ruoli: appartenenza al gruppo, agire individuale responsabile, comportamento silente da gregario.

Ciò significa coniugare il diritto di esprimere la propria opinione con il dovere di comprendere e rispettare quella degli altri. È così possibile agire mantenendo un delicato equilibrio fra regole e flessibilità, solo grazie ad una acuta capacità di ascolto, presupposto per una felice comunicazione. La ciliegina sulla torta è il senso del tempo: deve essere quel “senso comune del tempo” che hanno i musicisti jazz, grazie al quale possono andare in diretta senza aver provato le sequenze prima! E torno a rivolgermi a voi, Di Maio e Salvini, che avete grandi responsabilità.

Se predominano gli assoli privi di una canovaccio che li armonizza, la tenuta del governo viene percepita compromessa. Potrebbe essere dunque utile per voi e opportuno per il Paese riflettere sugli insegnamenti del jazz. E magari adottarne qualcuno. Potreste guadagnarne voi e sicuramente gli italiani che vogliono vedere risultati concreti per poter festeggiare insieme!

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*Erika Leonardi è consulente e formatore. Di estrazione scientifica - biologa con indirizzo in etologia - è autrice di numerosi saggi sull’organizzazione aziendale. Appassionata di musica jazz, organizza eventi con una band dal vivo: alternando musica e parlato, guida i partecipanti ad osservare i comportamenti dei musicisti. È un modo per scoprire come vivere al meglio il nostro ruolo nel meraviglioso live che è la vita. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Gestione del servizio (Milano 2009), Azienda in Jazz (Milano 2012), Manager della qualità (Milano 2015), Disegnare i processi (Milano 2016),Scrivere per farsi capire (Milano 2018).

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