Politica
Di Pietro: "Bloccarono Mani Pulite. E oggi vediamo i risultati". Intervista
Arresti, parla l'ex pm di Mani Pulite Antonio Di Pietro: "Tangentopoli è sempre rimasta lì"
Appalti e affari con la 'ndrangheta a Milano: 43 arresti, coinvolti politici di Forza Italia, amministratori e imprenditori. Appalti pubblici in Calabria: 20 indagati tra i quali il presidente Oliverio e il sindaco di Cosenza. E' tornata Tangentopoli? "La domanda è sbagliata, perché torna qualcosa che è passato e mi pare che Tangentopoli sia rimasta sempre lì". Non lascia spazio a dubbi e a interpretazioni la risposta di Antonio Di Pietro, ex pm di Mani Pulite ed ex ministro, intervistato da Affaritaliani.it. "Quell'area di utilizzo della funzione pubblica per interessi e ragioni private c'è ancora, questa è la corruzione. Il problema - spiega l'ex leader dell'Italia dei Valori - è che nell'inchiesta Mani Pulite ci mozzarono le mani ed è come aver mozzato le mani a un chirurgo mentre sta togliendo un tumore. Il risultato è stato che abbiamo individuato il tumore, abbiamo tolto la parte più rilevante ma quella più profonda, più difficile da estirpare e che si riproduce è rimasta all'interno del corpo Italia e continua a fare danni come prima e più di prima, proprio perché ci hanno tagliato a suo tempo le mani".
Chi vi ha tagliato le mani? "A me personalmente mi hanno tagliato le mani le istituzioni quando mi hanno obbligato a dimettermi dalla magistratura per dover difendere il mio onore e l'attività giudiziaria che stavo svolgendo, così come risulta dalla relazione al Copasir e dalle dichiarazioni che ho reso allo stesso Copasir nel '95 e nel '96", risponde Di Pietro.
Tangentopoli riguarda tutti i partiti o qualcuno è immune? "Tangentopoli non riguarda il nome del partito ma riguarda le persone, soprattutto in una realtà in cui in nome del diritto di cambiare casacca ci sono una serie di personaggi che, a seconda dell'occasione, mettono una casacca rossa, bianca o verde pur di stare al posto giusto nel momento giusto per incassare solo per interessi personali. Quindi non guardo ai partiti ma alle persone. Nell'inchiesta Mani Pulite, ad esempio, la destra non c'era ma non era nemmeno al governo. Poi andando al governo del Paese, da Forza Italia in poi, anche all'interno di quel simbolo ci sono state persone, come è accaduto anche oggi, che sono state coinvolte. Ciò vuol dire che i simboli dei partiti sono diventati dei simulacri dentro i quali ci sono certamente delle bravissime persone, oggi come nella Prima Repubblica, ma ci sono anche delle persone che approfittano di quel simbolo per farsi gli affari propri".
Il governo M5S-Lega sta combattendo seriamente la corruzione? "Il provvedimento contro la corruzione è sicuramente insufficiente e imperfetto ma è meglio che sia stato fatto piuttosto che il nulla. E' stato certamente un passo ulteriore, che non è sufficiente, ma personalmente lo condivido. Detto questo, il problema di fondo è che non si può pensare di fermare la corruzione aspettando sempre che arrivi il magistrato di turno, perché è come il becchino e arriva dopo che ci è scappato il morto, arriva dopo che il reato è stato commesso. Il problema sta a monte e quando leggiamo che sono arrivati i magistrati il danno è già fatto", conclude Di Pietro.