Politica
Elezioni 2018 Lega, Salvini candida l'italo-nigeriano Tony Iwobi
Elezioni 2018 Lega, Iwobi: "Salvini argine al razzismo"
Elezioni 2018. La Lega di Matteo Salvini candida alle Politiche del 4 marzo (al Senato a Bergamo) l'italo-nigeriano Tony Iwobi, dal 2014 responsabile federale del Dipartimento Immigrazione del Carroccio. Iwobi, nato in Nigeria, è in Italia da 40 anni, è sposato con una bergamasca e ha due figli e due nipoti. Da oltre 20 anni è consigliere comunale della Lega nel comune di Spirano (Bergamo) dove è stato per anni capogruppo di maggioranza e anche assessore ai Servizi Sociali. Imprenditore da più di 15 anni, Iwobi è titolare di un'azienda informatica. E' stato candidato alle Regionali in Lombardia nel 2013 e ora la corsa per il Parlamento nazionale.
Perché ha scelto di candidarsi con la Lega di Matteo Salvini?
"Da oltre 20 anni sono nella Lega. Ho condiviso tutte le battaglie del movimento. La Lega ormai è la mia seconda famiglia. Credo fermamente che in Italia serva una svolta che metta al centro la legalità e il rispetto delle leggi".
Non è strano che una persona di colore si candidi con la Lega?
"Assolutamente no! Se l’Italia è un Paese democratico, e credo di sì, allora ho il diritto di scegliere di appartenere al partito che voglio, e io ho scelto la Lega. Anzi, le dico di più: Matteo Salvini e la Lega sono un importante argine al razzismo. La discriminazione nasce proprio quando dilaga l'immigrazione clandestina, in quanto è l’anticamera all’ingiustizia sociale e all’insicurezza. Più si fanno arrivare finti profughi, dico così perché pochissimi di loro scappano davvero dalle guerre, più aumenta il caos nel Paese e la conseguenza è proprio quella di atteggiamenti e comportamenti razzisti. Se invece si ha il rispetto per un'immigrazione sana e controllata si ha anche l'integrazione e quindi si annulla il rischio del razzismo".
Come valuta gli anni dei governi Pd sul tema immigrazione?
"Un totale fallimento. Una pessima politica migratoria, non ho mai visto in vita mia una cosa simile. Il Pd, per la gioia di qualche amico che lucra con il business dei migranti, ha fatto il finto buonista spalancando le porte a tutti indiscriminatamente. Questo ha causato migliaia di morti in mare, minacce alla sicurezza del Paese per la possibile importazione di terroristi islamici (lo stesso Minniti ha evidenziato questo problema) e forti tensioni sociali. Le parole di Emma Bonino, alleata del Pd di Renzi, 'senza immigrati nessuno raccoglierebbe i pomodori', sono un insulto a chi come me è arrivato in questo Paese tanti anni fa e si è integrato diventando italiano. L’immigrazione è una cosa seria, è fondata sul lavoro e sulla volontà personale di integrarsi: se manca il lavoro, non possiamo permetterci di spalancare le porte indiscriminatamente, rischiamo di favorire l’importazione di manodopera a basso costo. La sinistra non percepisce il legame tra lavoro e immigrazione”.
Qual è la vostra ricetta per risolvere il problema degli sbarchi?
"Dobbiamo fermare le partenze. Assistenza in mare, perché nessuno deve rischiare la propria vita per un viaggio senza un futuro concreto, ma poi vanno riportati da dove sono partiti. Con Salvini premier passerà l'idea che l'Italia non accetta più chiunque. Servono respingimenti ed espulsioni per chi è in Italia senza il diritto di restarci: è compito della politica trasmettere il senso di legalità. Al contrario, accoglienza e tutela per chi davvero scappa da guerre e conflitti. Esattamente come accade in tutti i Paesi democratici del mondo".
Che cosa pensa dei 5 Stelle lei che è responsabile Dipartimento Immigrazione della Lega?
"Sono come il Pd e la sinistra. Hanno votato per l’abolizione del reato di clandestinità, anche se spesso, e non solo in tema immigrazione, si dimenticano di ciò che avevano detto o votato e cambiano idea: non sono affidabili. Non hanno alcuna idea di come affrontare il problema, cercano consensi aumentando la sfiducia generale dei cittadini nella politica e nelle istituzioni: la Lega di Matteo Salvini, invece, vuole recuperare questa fiducia grazie alla forza delle idee, proprio quelle idee che i 5 stelle continuano a cambiare a seconda della convenienza politica. I 5 Stelle sono giustizialisti con gli altri, ma mai con se stessi: hanno bisogno di una lezione di umiltà”.