Politica
Elezioni 2018, m5s rivelazione choc: i massoni nelle liste grilline sono 34
Gian Franco Pilloni, Serenissimo Gran Maestro della Loggia Umsoi, rivela al Giornale la presenza di oltre trenta massoni candidati con il m5s
Le Elezioni 2018 si rivelano una sorpresa continua per i grillini.
La vicenda dei massoni nelle liste del m5s si allarga ed è uno choc la rivelazione di Gian Franco Pilloni (serenissimo Gran maestro della Loggia d'Italia Umsoi (Unione massonica stretta osservanza iniziatica) di Cagliari e decretato ad agosto 2016, a Chicago, anche Gran maestro onorario ad vitam delle Grandi logge americane).
"I massoni in lista sono 34" dichiara il Gran Maestro a Chiara Giannini del Giornale, "rimbrottando" Luigi Di Maio che aveva escluso con veemenza la presenza di appartenenti a logge massoniche nelle file del Movimento.
«Come fa una persona che dice cose del genere a proporsi per guidare il Paese?" si domanda Pilloni? "Non basta professarsi onesti per avere questo ruolo. Chiedetevi perché nessuno si è permesso di dare smentite su questo dato. Nell'ambiente, però, è ovvio che sappiamo chi siano. Dei 34 che ho citato posso rivelare che, a parte 3 o 4, i restanti appartengono tutti a logge spurie, ossia alla massoneria irregolare, quella non riconosciuta e sei proverrebbero dalla Calabria".
Polemicamente, aggiunge: "Posso dire che se un fratello si fosse candidato coi 5 stelle gli avrei fatto un provvedimento disciplinare perché noi garantiamo l'assoluto rispetto dell'io, dell'individuo, ma tu non puoi andare a sposare una causa di una persona che dice che i massoni non sono candidabili. Noi per principio non sponsorizziamo partiti politici, ma portiamo avanti gli uomini che sono degni di rappresentare il popolo nelle istituzioni.
"Mai nessun partito politico si è espresso in questa direzione" aggiunge. "È la prima volta e questo atteggiamento va contro ciò che dice la Costituzione".
Pilloni ha poi manifestato la propria stima per Sergio Marchionne, che sarebbe un leader del Paese benvoluto dalla Massoneria, e per Silvio Berlusconi, "degno di tutto il rispetto".