Elezioni 2018 sinistra, il flop per aver cancellato il marxismo
Ecco i motivi del crollo della sinistra il 4 marzo
A leggere sul Manifesto l'interessante, lucida analsi della catastrofe del 4 marzo, anunciata dalla debacle del 4 aprile 2008, di Luciana Castellina "[...] pensare che basti redistribuire più equamente gli stessi beni, obiettivo già impervio, non è più nemmeno sufficiente: occorre, di fronte al disastro ecologico e al mutamento del lavoro, fare assai di più: produrre in modo diverso beni diversi e indurre consumi diversi. Cioè cambiare anche gli esseri umani", si resta rinfrancati ma anche un po' stupiti.
Rinfrancati, perchè si mettono in fila grandi questioni: lavoro, produzione, consumi, qualità della vita, che fanno capo al vecchio e pur sempre attuale 'conflitto capitale-lavoro' magistralmente posto e trattato a suo tempo da Carlo Marx e ripreso negli anni '60 e '70 da un nucleo di 'uomini di cultura', prestato alla politica: Riccardo Lombardi, Bruno Trentin, Vittorio Foa, Lelio Basso, Pietro Ingrao, il cui 'riformismo rivoluzionario' fu apprezzato assai da Gilles Martinet in 'La conquista dei poteri'.
Partendo da "l'immenso merito di Marx è di aver denunciato l'alienazione dell'uomo nei feticci", per cui "qualsiasi tentativo di definire la finalità della scienza economica che prescinda dal concetto di alienazione è condannato alla sterilità", Lombardi definì il progetto di "una società più ricca perchè diversamente ricca".
Si trattava non di distruggere nè di cogestire quanto di "cambiare il sistema: intervenire nella produzione, stabilire cosa, come, per chi produrre [...] una società sobria che consumi meno beni necessitanti energie e più servizi, beni culturali, tempo libero, scolasticità, musica, attività artistiche [...]" e di regolare "l'apparato produttivo in modo che produce il necessario e lasci le risorse necessarie per migliorare il modo di vita".
Insomma, prodotti, beni, consumi e qualità della vita, diversi, diversamente ricchi, per tentare di far fronte ai 'bisogni' (lavoro, salario, casa) ma anche alle 'esigenze' (qualità della vita, tempo libero, istruzione, conoscenza e saperi) delle persone umane.
Ottimo punto di 'ripartenza' per ricostruire una sinistra che, come sostiene il politologo e storico Giorgio Galli, "è nata per fronteggiare il capitalismo, e il neoliberismo, con il riformismo, alla Corbyn, non certo con la rivoluzione leninista" per cui va recuperato il prezioso "prodotto culturale", il marxismo, insieme all'altra grande intuizione di Marx: "l'uomo è per sua natura un essere sociale", il contrario del mantra neoliberista "non esiste la società, esistono l'individuo e la famiglia" che la sinistra ha fatto purtroppo suo.
Le basi, dunque, sembrerebbero poste, per di più rafforzate dall'affermazione della Castellina: "cambiare gli esseri umani". Un plauso. E una doverosa precisazione.
Quest'affermazione - e forse lo sa bene la Castellina, di certo Stefano Fassina che milita nella stessa SI - non è di Marx che voleva "cambiare il mondo", nè di Lombardi che voleva "una società più ricca ma diversamente ricca".
E' dello psichiatra dell'Analisi collettiva, Massimo Fagioli, l'autore della "teoria della nascita", che sin dal '72 nel porre la distinzione tra 'bisogni' e 'esigenze', mai fatta dalla sinistra, definì l'assoluta uguaglianza tra tutti gli esseri umani 'per la nascita': più tardi si diventa 'diversi' per identità e pensiero.
Ecco, pertanto, l'unica strada possibile, "la teoria della nascita", se davvero si anela e giustamente a "cambiare gli esseri umani", per cui non si può non partire dall'indiscutibile 'uguaglianza' assoluta tra tutti gli esseri umani a prescindere dal colore della pelle e degli occhi, dalla lingua parlata, dalla cultura.
"[...] Se non riusciamo a mettere le esigenze nei bisogni, vediamo se riusciamo a mettere i bisogni nelle esigenze. Cioè l'uguaglianza ritroviamola nella realtà umana: ma non in quella cosciente, troviamola in quell'altra realtà, quella della nascita, dove ognuno di noi è uguale. E se anche, poi, il medico difronte all'ingegnere è diverso, perchè chi ci capisce niente di quello che dice l'uno e di quel che dice l'altro, in verità sono sempre uguali e diversi. E qui, la matrice ultima della dialettica spesso feroce tra uguali e diversi sta nel rapporto uomo-donna in cui c'e' l'uguaglianza assoluta della realtà umana e l'assoluta, magnifica diversità della coscienza, del comportamento, del corpo". (M. Fagioli, Il Sogno della farfalla, n.3/2010, pag.92-93).