Elezioni, al lavoro per il listone centrista. Chi c'è e chi no: i nomi - Affaritaliani.it

Politica

Elezioni, al lavoro per il listone centrista. Chi c'è e chi no: i nomi

Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)

Dentro Parisi, Tosi ed ex montiani


L'Italia corre spedita verso le elezioni politiche anticipate a fine settembre e il sistema proporzionale obbliga il centro a cercare il modo di presentarsi unito alle urne tentando di superare lo sbarramento del 5%, che Silvio Berlusconi propone addirittura di alzare all'8 per evitare l'eccessiva frammentazione. Il senatore Roberto Formigoni, esponente di spicco di Alternativa Popolare guidata da Angelino Alfano, intervistato da Affaritaliani.it, lo dice senza mezzi termini: "Da tempo lavoriamo per aggregare le forze di centro, ovvero coloro che non vogliono stare né con Renzi, perché l'intesa con il Pd è stata solo temporanea, né con la destra lepenista. E - spiega l'ex Governatore lombardo - è evidente che una legge elettorale proporzionale tedesca spingerebbe e faciliterebbe ulteriormente questo processo di aggregazione in atto già con la nascita di Alternativa Popolare". Poi Formigoni risponde con ironia tagliente all'ex Cav: "Propongo di alzare la soglia di sbarramento al 15%. Ed è evidente perché lo dico, no?". Così anche Forza Italia non entra nel prossimo Parlamento... "Esatto, magari in questo modo impara il galateo".

Tolto il sassolino dalla scarpa, Formigoni afferma senza alcun dubbio che nel progetto centrista entra a pieno titolo anche Stefano Parisi, leader di Energie PER l'Italia ed ex candidato di Centrodestra alla carica di sindaco di Milano (che poi ha rotto con Berlusconi soprattutto sul rapporto con la Lega e Salvini). "Il profilo di Parisi - liberale, popolare ed europeista - rientra a pieno titolo nell'aggregazione che stiamo costruendo", dichiara Formigoni. Ma chi potrebbe far parte dell'agglomerato centrista e popolare? Sono diverse le sigle e tra loro certamente ci sono gli ex montiani, poi abbandonati dal loro leader, di Scelta Civica. Primo fra tutti il volto televisivo e nemico numero uno di Salvini Gianfranco Librandi.

C'è poi l'Udc di Lorenzo Cesa che da tempo ha preso le distanze dall'esecutivo a guida Pd che inevitabilmente dovrebbe far parte di questo rassemblement per evitare di restare fuori dal Parlamento. Da valutare la posizione di Pierferdinando Casini e di Rocco Buttiglione, storici volti degli eredi della Dc in Italia, che hanno via via assunto atteggiamenti sempre più autunomi rispetto all'Udc ufficiale di Cesa. Che cosa faranno gli ex alfaniani di Idea il cui leader è l'ex ministro Gaetano Quagliariello? Due le ipotesi: o il ritorno in Forza Italia seguendo quanto già deciso da Nunzia De Girolamo o il ritorno con Alfano nel nascente agglomerato centrista.

Stesso dicorso per quella parte di AP che in Lombardia e in Liguria governa con il Centrodestra sostenendo le giunte di Maroni e di Toti. E il nome di spicco è ovviamente quello di Maurizio Lupi, anche se in questo caso è più probabile l'ipotesi centrista del ri-abbraccio con gli azzurri di Silvio. Nel rassemblement popolar-liberale farà certamente parte anche il movimento Fare! guidato dal sindaco uscente di Veroni, l'ex leghista Flavio Tosi. Più difficile la posizione di Raffaele Fitto. Il leader di Direzione Italia, ex Conservatori e Riformisti, ha sempre dichiarato "mai con Renzi e con gli alleati di Renzi" e quindi in teoria sarebbe incompatibile con l'ipotesi alfaniana. Ma correre da soli sarebbe un suicidio politico e quindi al vaglio ci sarebbero tutte le ipotesi, compresa quella di far parte - qualora nascesse - del listone sovranista Salvini-Meloni.

Occhi puntati anche su Rivoluzione cristiana di Gianfranco Rotondi e Giampiero Catone, anche in questo caso le strade sono due: o entrare nel rassemblement centrista o chiedere di essere ospitati nelle liste di Forza Italia. Il Partito Liberale Italiano guidato da Stefano De Luca molto difficilmente sarà della partita e dovrebbe trovare un'intesa con Fratelli d'Italia-An. Improbabile anche che l'ex ministro della Difesa Mario Mauro entri a far parte del listone centrista. E il gruppo Ala? Denis Verdini non ha mai avuto un rapporto idilliaco con il ministro Alfano ma nemmeno un ingresso nel Pd è ipotizzabile (a Renzi costerebbe molto caro in termini di voti). L'unica strada, nonostante i dissapori del passato, è quella dell'ingresso di Ala nel listone centrista, anche se qui le distanze, personali prima che politiche, da colmare sono considerevoli.