Politica

Forza Italia, Vitali: "Pronto a seguire Toti. Tajani faccia un passo di lato"

Alberto Maggi

Forza Italia nel caos, l'"intervista-bomba" di Affaritaliani.it al senatore pugliese Luigi Vitali

"Trovo interessante quello che dice Giovanni Toti, uno dei pochi che afferma pubblicamente ciò che pensa. Ho sostenuto gli stessi concetti nella riunione del gruppo al Senato e in due colloqui privati con Berlusconi. L'analisi che fa Toti è corretta e la sua diagnosi è precisa". Lo afferma ad Affaritaliani.it il senatore di Forza Italia Luigi Vitali, ex coordinatore del partito in Puglia, vicepresidente del gruppo al Senato, membro della Commissione Affari Costituzionali e presidente del Collegio di Garanzia a Palazzo Madama. "Spero che Berlusconi si renda conto che è necessario uno choc elettrico al partito ripristinando il criterio del merito, del consenso, dell'esperienza e del radicamento sul territorio. Un rinnovamento che però non sia solo anagrafico perché i fatti e la storia insegnano che i giovani molte volte hanno i vizi dei vecchi e nessuno dei loro pregi. Serve un rinnovamento nella scelta della classe dirigente".

 

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Se non ci fosse questo rinnovamento, lei seguirebbe Giovanni Toti nel suo progetto di una nuova formazione politica? "Sì, è molto probabile che lo seguirei", risponde Vitali. "E questo mi dispiacerebbe moltissimo perché sono da 25 anni al fianco di Berlusconi con cui ho un rapporto amicale molto forte, mi ha onorato della sua amicizia e mi ha dato opportunità importanti che ho sempre cercato di ripagare facendo la mia parte". Il senatore di Forza Italia rivela: "Mercoledì scorso ho ribadito al presidente Berlusconi che io sono nel partito perché a decidere è lui, ma se decidono altri che non stimo e che non reputo all'altezza delle missioni affidate è chiaro che mi sento libero di fare altre scelte. Però sempre nel solco del Centrodestra e del moderatismo, la mia è una scelta di campo ben chiara: mai con il M5S e mai con il Pd. L'interlocuzione oggi è con la Lega che rappresenta il 34%. Auspico - spiega Vitali - che Berlusconi, come ha sempre dimostrato, possa dare quello slancio che porti alla rivitalizzazione di Forza Italia. Alla fine non chiediamo nulla di anormale, ma solo una corsa leale tra tutti i colonnelli (o sedicenti) e che chi si candida alla guida del partito lo faccia con un confronto leale in una consultazione popolare. In modo tale che abbia quella legittimazione popolare che consegni anche la responsabilità di assumere decisioni, prendendo atto delle sconfitte e celebrando le vittorie. D'altronde Berlusconi ha introdotto in politica il criterio dell'impresa e chi non vince fa un passo di lato. Chi commette errori prende atto che non può continuare a decidere".

 

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Si riferisce ad Antonio Tajani? "Esatto, non ha fatto un grande figura alle elezioni europee, nonostante abbia ottenuto la non candidatura al Centro da parte di Berlusconi. Ci eravano dati come dead-line il 10%, non abbiamo fatto nemmeno il 9. E nel Centro Italia ci siamo fermati al 6%, addirittura superati da Fratelli d'Italia. Non possiamo dire che non sia successo niente, la politica insegna che quando non si raggiungono gli obiettivi si fa un passo di lato".

Vitali, che è un avvocato, parla anche di quanto sta accadendo al Csm: "Purtroppo emerge quello che tutti sapevano e che si sussurava, si discuteva ma non c'era mai la prova provata. La parte del Csm composta da magistrati che nella loro attività istituzionale perseguitano i politici per i reati di traffico di influenze o di voto di scambio alla fine fanno anche di peggio. E' una brutta pagina per la Magistratura e la cosa che mi disturba maggiormente è che in questa indagine sono stati utilizzati i trojan, grazie alla riforma del ministro Bonafede. Si tratta di un sistema di captazione riservato prima soltanto a criminali mafiosi e a terroristi e che ora viene utilizzato per qualunque reato. Bene che sia emerso il marciume, ma in uno Stato democratico e di diritto un sistema così altamente pervasivo non dovrebbe essere usato in questo modo. Se poi ci mettiamo anche l'agente sotto copertura si capisce che il nostro Paese da culla del diritto sta diventando la bara del diritto", conclude Vitali.