Togliatti, il Molleggiato e la sinistra che ha perso il pensiero
"La sinistra ha perso il pensiero: se non funziona è perché non ha saputo costituirsi al suo interno una élite di pensiero. Di strategia, di dotttrina", come invece è accaduto, miracolosamente, con il colto Papa gesuita: è bastato che si affacciasse alla finestra e dicesse: buonasera. Le capacità vitali della Chiesa sono straordinarie". Rispetto a Palmiro Togliatti che, tra un'amnistia per reati 'particolarmente efferati' commessi da gerarchi, ras, collaborazionisti della Rsi, magistrati e estensori del Manifesto della Razza, un articolo (il 7) per recepire i Patti Lateranensi tra il Duce e la Chiesa nella Carta Costituzionale e un brindisi all'invasione dell'Armata Rossa per aver represso la rivoluzione ungherese del '56, "ascoltava Celentano" - e Giannini dell'Uomo qualunque - "perchè voleva capire", oggi "la sinistra non sente più nessuno".
Ce lo racconta lo scrittore Maurizio Maggioni su Repubblica allertando il mondo sul rischio incombente del fascismo che non è stato affatto "una parentesi", ma, al pari di Edipo tanto caro a Sigmund Freud, che salutò Mussolini come "eroe della cultura", sta "nella psicologia di questo paese [...] è una presenza eterna". Specie dopo il clamoroso boom, ben udito questa volta da Giorgio Napolitano, del 32% andato il 4 marzo scorso al M5S che "mi pare un filo più pericoloso del nazionalsocialismo [...] La Lega mi spaventa di meno".
Stranamente il M5S viene collocato tra i populismi se non di sinistra neanche di destra più o meno estrema diversamente dalla Lega caratterizzata dal nativista Sì questa è la brutta storia di uno dei tanti milioni cresciuti alla 'scuola di partito', le Frattocchie, prima "a pane e Togliatti", quindi "a pane e Berlinguer" nel mito dell'Urss, dei gulag e delle purghe di Stalin: il pensiero non c'era e se non funzionò fu perchè non era pensiero ma credenza e fede in un padre infallibile che non tollerava un figlio degenere che chiedeva e voleva chiarezza e verità.
Così nemmeno l'evidenza della storia e dei fatti recentissimi, per cui milioni di militanti cresciuti, "a pane, libertà e giustizia [...] il pane interessa al popolo, la libertà alle élite, la giustizia alle élite e al popolo assieme [...] C’è stato più pane, più giustizia, più libertà? No", si sono rivolti ai 'movimenti' per le delusioni avute da un partito chiuso in se stesso, sordo e cieco per un'ideologia obsoleta, scalfisce non il pensiero ma un'ottusa e granitica credenza e fede. E non è casuale che questo avvenga proprio davanti alla crisi epocale delle democrazie rappresentative obbligate a rivedere la loro natura: non sono più i partiti di massa a formare - con le loro ideologie scisse dall'essenza degli esseri umani portatori di bisogni per la sopravvivenza ma anche di esigenze per realizzare liberamente la loro identità - l'opinione dei cittadini, ma sono ques'ultimi a darsi un'organizzazione autonoma dai partiti di massa per un'esigenza di partecipazione, di democrazia, di controllo più o meno diretto.
Un'occasione storica, questa, per superare il vecchio ormai al tramonto e costruire 'a sinistra' il nuovo ancora in embrione sulla base sia dei bisogni e sia delle esigenze sempre negate: come "il reddito universale di nascita", per cui a tutti/e deve esser garantita la sopravvivenza; l'uguaglianza tra tutti gli esseri umani senza distinzione di ceto, a prescindere dal colore della pelle, degli occhi e della lingua parlata; "il tempo di lavoro e di vita", in altri termini "il tempo libero per sè stessi e per gli altri"; la qualità della vita; l'accesso alla conoscenza, ai saperi e quindi all'istruzione; la tutela del benessere non solo fisico; l'onestà non per un fatto di legge terrena o divina ma per un fatto di realizzazione d'identità.