Politica
Governo Lega-M5S Salvini: nessun passo indietro, ne ho fatti già abbastanza
Governo Lega-M5S: Conte vede Giansanti, candidato agli Esteri
"Passi indietro la Lega ne ha già fatti abbastanza: abbiamo già fatto tutto quello che potevamo fare". Così Matteo Salvini ha risposto a chi gli chiedeva se intende fare passi indietro sulla lista dei ministri. "Già stasera daremo al presidente del Consiglio incaricato i nomi della Lega che sono pronti a fare i ministri e lavorare per il bene dell'Italia: non ne faccio una questione di nomi e cognomi ma di rispetto del voto degli italiani" ha proseguito il segretario leghista al termine di una riunione in via Bellerio. "Un rischio di frattura con il Quirinale? L'unico rischio che vedo è un'ulteriore frattura tra i palazzi del potere e gli italiani. Se qualcuno rallentasse ancora questo processo di cambiamento facendo saltare 15 giorni di lavoro e sacrificio, sarei ancora arrabbiato". Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, parlando coi giornalisti.
Salvini è rimasto tutto il pomeriggio di sabato nel suo ufficio nella sede della Lega in via Bellerio, a Milano. Il segretario leghista, che si è sentito nel corso della giornata anche con il premier incaricato Giuseppe Conte, si è riunito con i suoi più stretti collaboratori, in particolare i due capigruppo Giancarlo Giorgetti e Gianmarco Centinaio.
In mattinata Salvini aveva rilanciato, ancora su Facebook.
L'ambasciatore Luca Giansanti, gia' direttore generale degli Affari Politici della Farnesina (da cui si e' dimesso con effetto dal primo giugno) si è recato a Montecitorio dal presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte. Il nome di Giansanti era già circolato tra quelli che avrebbero potuto ricoprire la casella degli Esteri. "Stiamo lavorando". Queste le uniche parole del Presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, ai giornalisti che gli hanno chiesto quando sciogliera' la riserva. Conte ha lasciato la sua abitazione e dovrebbe recarsi alla Camera per lavorare sulla squadra dei ministri. |
"Giornali e politici tedeschi insultano: italiani mendicanti, fannulloni, evasori fiscali, scrocconi e ingrati. E noi dovremmo scegliere un ministro dell’Economia che vada bene a loro? No, grazie! #primagliitaliani". Chiarissimo il messaggio al Capo dello Stato che non vuole accettare Paolo Savona all'Economia. La Lega, appoggiata dai 5 Stelle e da Luigi Di Maio, non ha alcun piano B: o Savona al Tesoro o salta tutto e si torna al voto. Anche perché l'equilibrio trovato con Giuseppe Conte sulla squadra di governo prevede proprio l'ex ministro dell'esecutivo Ciampi in Via XX Settembre. Ma prima ancora che di poltrone è una questione di principio: l'Italia è libera di scegliere il ministro dell'Economia che desidera e non chi fa comodo a Bruxelles e a Berlino. E non a caso nel Carroccio sono in molti a pensare che proprio dalla capitale belga e da quella tedesca siano arrivate telefonate al Quirinale per stoppare Savona.
GOVERNO. FICO: SAVONA? LASCIAMO FARE A MATTARELLA E CONTE
"In questo momento il presidente del Consiglio incaricato e il Presidente della Repubblica stanno lavorando proprio per riuscire a dare un governo al Paese. Speriamo che arrivi il prima possibile". Cosi' il presidente della Camera, Roberto Fico, oggi a Napoli per il Salone del Libro. A sciogliere il nodo di Paolo Savona al ministero dell'Economia saranno "Mattarella e Conte. Lasciamo fare a loro. Io- suggerisce Fico- spero che si vada avanti".
GOVERNO. MELONI: NO INGERENZA MATTARELLA SU SAVONA, FDI AIUTA SALVINI
"Su Paolo Savona, una nuova inaccettabile ingerenza di Mattarella, dopo l'ostinazione a non conferire l'incarico di governo al centrodestra. Ho comunicato a Salvini che Fratelli d'Italia, pur senza aver cambiato idea sul governo giallo-verde, offre il suo convinto aiuto per rivendicare il diritto di un governo a scegliere un ministro dell'economia non indicato da Bruxelles. L'Italia e' ancora una nazione sovrana, Juncker e la Merkel se ne facciano una ragione". Lo dichiara il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.
Governo Lega-M5S salta tutto? La Lega è pronta a rompere se Mattarella...
"Se salta Savona al ministero dell'Economia, salta tutto e niente governo". Così uno dei massimi esponenti della Lega spiega ad Affaritaliani.it il livello di scontro tra Matteo Salvini e il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Tensione alle stelle per la formazione del governo Conte. il caso Savona, l'economista euroscettica voluto dalla Lega e sostenuto dal M5s ma accolto con scetticismo dai mercati e con preoccupazione dal Colle, fa nascere un vero e proprio braccio di ferro istituzionale.
Il nome di Savona e' stato confermato da Matteo Salvini e Luigi Di Maio durante il colloquio con il premier incaricato. Che a quel punto ha portato, in via del tutto informale, la sua proposta al Quirinale per un primo esame della lista dei ministri. Un esame del tutto informale, e' stato ripetuto da tutte le fonti, che non lasciava preludere a uno scioglimento della riserva a stretto giro. E durante il colloquio con Mattarella, il premier incaricato ha trovato nuovamente tutte le perplessita' di merito e di metodo sul nome di Savona da parte di Sergio Mattarella. Nessun veto, ma il timore che la credibilita' finanziaria del Paese venga indebolita da una posizione non solo euroscettica ma soprattutto improntata alla volonta' di procedere con politiche economiche tutte in deficit. E' inoltre il timore che accettare quello che viene definito al Colle un diktat dei partiti indebolisce e mini le prerogative costituzionali di premier e Capo dello Stato. La notizia del no di Mattarella a Savona ha causato l'ira di Salvini, che si e' definito "davvero arrabbiato" e di tutta la Lega che ha scaricato sul Colle la possibile responsabilita' di un fallimento del tentativo di Conte.
Perche' Salvini e' stato chiaro: non ci sono alternative a Savona. Ora la palla torna a Conte. Ma e' chiaro che sul nome di Savona si gioca una partita ben piu' grande del Mef, un vero e proprio scontro istituzionale che coinvolge la Carta. Da una parte il rispetto della lettera della Costituzione, dall'altra il richiamo al volere popolare. Sullo sfondo ormai si intravede lo spettro del destino dell'intera legislatura, qualcuno nei corridoi delle Camere torna a parlare di elezioni e di voto di sfiducia a Conte. Il premier incaricato domani sara' alla Camera per continuare a tenere i contatti e cercare una soluzione di mediazione che salvi la situazione, ma sapendo che il suo tentativo cammina su un filo. E' i tempi per i prossimi passaggi si fanno sempre piu' incerti.