M5s, addio Beppe. Grillo abbandona il Movimento Cinque Stelle
Il leader è stanco e vuol tornare a fare il comico nei teatri. Tutto passerà nelle mani di Davide Casaleggio, i cui progetti sono...
Beppe Grillo lascia il Movimento Cinque Stelle. Questa volta non si tratta di un passo indietro, di un passo di lato, di un passo dell'oca... questa volta il leader genovese fa sul serio. Grillo è stanco, le malelingue che lo circondano sostengono che è disgustato dai "leaderini" che ha miracolato e che ora fanno il bello e il cattivo tempo in Tv e nelle istituzioni, dimenticandosi spesso dal nulla da cui provengono.
Il divorzio dal Movimento Cinque Stelle è consensuale, nel senso che Davide Casaleggio, l'altro diarca, è d'accordo. Dopo le amministrative finite in maniera catastrofica, il figlio di Gianroberto era "furioso" con Grillo, secondo fonti attendibili. E l'ex comico, ormai quasi settantenne, ha perso l'entusiasmo e la verve di un tempo. Davide Casaleggio intende anche togliere al blog di Beppe Grillo la facoltà di promuovere candidati ed eventuali eletti e, da qualche tempo, sta lavorando perché d'ora in poi passi tutto per Rousseau, la piattaforma che il rampollo diventato capo per "diritto divino" va promuovendo nei convegni in Italia e all'estero. Una piattaforma gestita da privati attraverso la quale si accede da eletti alle istituzioni pubbliche... altro che conflitto d'interessi. Baby Casaleggio, per giunta, procede con la sua trama di contatti con i poteri forti, quelli veri; trama in cui la figura di Beppe Grillo non è prevista né considerata minimamente. In un partito a tutti gli effetti che corteggia (ricambiato) Confindustria, Mediobanca, e - notizia di oggi - anche Giulio Tremonti, può esserci posto per l'ex comico che tuonava contro la Casta?
A quest'ultimo, secondo Giampiero Timossi del Giornale, "la cosa va bene, «è stanco, vorrebbe tornare a fare il comico a tempo pieno», dicono gli amici, da Genova a Milano". Timossi racconta un aneddoto: "Giovedì scorso, negli uffici milanesi della Casaleggio girava un video: Grillo seduto sul palco di Palermo, durante il lancio della candidatura di Giancarlo Cancelleri a presidente della Regione Sicilia, la terza d'Italia, test fondamentale per tutte le forze politiche. «Guardate Beppe, è immenso: gli altri parlano e lui seduto sul palco fa il mattatore, tra un gruppo di bellissime ragazze», commentavano divertiti nella stanze di via Morone 6.
Prima o poi, per cause naturali o per cause di forza maggiore, dovrà pur succedere che Beppe Grillo lasci la sua creatura, quella che molti definiscono un golem dai piedi d'argilla, un mostro di Frankenstein sfuggito alle mani dei suoi creatori. E fa tenerezza ripensare a tutti quegli attivisti solerti che qualche anno fa tramavano nei meandri dei meetup, specie quello romano, per cacciare l'usurpatore Casaleggio (Gianroberto) e consegnare il Movimento a "Beppe", che ancora molti venerano come se fosse un Dio, o un santone, o un guru. Come prenderanno questi true believers l'addio del loro beniamino? Abituati ad avallare tutto, probabilmente accoglieranno la notizia con un semplice sbadiglio, pronti a intraprendere nuove battaglie sul web, dimenticando i valori per cui lottavano soltanto il giorno prima. Il re è morto. Viva il re.