M5S-Lega, contatti riservatissimi. Asse anti-Pd anche oltre i ballottaggi - Affaritaliani.it

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M5S-Lega, contatti riservatissimi. Asse anti-Pd oltre i ballottaggi

Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)

5 Stelle-Lega, contatti riservatissimi. La verità

I contatti informali - via mail, telefono, sms e whatsapp - tra il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord sono continuati tutta la settimana (e stanno continuando tutt'ora), malgrado le smentite ufficiali di Salvini e dei grillini. Come noto, l'obiettivo comune è quello di "avere meno sindaci possibile del Pd". E quindi questa domenica i leghisti sono informalmente "invitati" a votare i candidati 5 Stelle (dove non c'è il Centrodestra al ballottaggio) e viceversa. Attenzione, però, perché l'asse Lega-M5S potrebbe andare ben oltre il secondo turno delle elezioni amministrative.

Fonti di entrambi i movimenti parlano di un lavoro, dietro le quinte, per costituire un unico comitato nazionale per il no al referendum istituzionale di ottobre. Una sorta di convergenza, da posizioni distanti, per ottenere l'obiettivo comune: la bocciatura delle riforme costituzionali del governo e la caduta di Renzi. Che cosa accadrebbe dopo il no al referendum fa parte dei ragionamenti informali tra leghisti e grillini. E' evidente che sarà impossibile andare alle elezioni subito, sia per la Legge di Bilancio da approvare entro fine anno sia per il fatto che l'Italicum varrebbe solo per Montecitorio mentre per Palazzo Madama resterebbe in vigore il Consultellum.

Al fine di evitare che Pd e Forza Italia diano vita, insieme ai centristi di Area Popolare e ai verdiniani, all'ennesimo governo di larghe intese modello Monti-Letta, l'ipotesi sul tavolo è quella che i 5 Stelle e il Carroccio, congiuntamente, avanzino al Capo dello Stato la richiesta di un "governo di emergenza nazionale". Di fatto, un esecutivo tecnico e non politico, magari guidato da Raffaele Cantone, che non sia colorato politicamente e che abbia come compito solo quello di chiudere la Legge di Bilancio senza stravolgimenti e di riscrivere la legge elettorale garantendo la governabilità in entrambi i rami del Parlamento (che resterebbero immutati con il no al referendum). Il tutto per poi andare alle urne per le Politiche nella primavera del prossimo anno.