M5S, Di Maio e la guerra ai sindacati. Grillini autoritari e indisponenti
DI MAIO E I SINDACATI. I LATI OSCURI DEL MOVIMENTO
'Autoritari e indisponenti ' sono le caratteristiche più evidenti nell'evoluzione, pericolosa per l'Italia, del Movimento 5 stelle. Caratteristiche rischiose se portate avanti da chi vorrebbe guidare un paese come il nostro.
L'idea che, nel tempo, giovani volenterosi potessero prendere le redini del paese era corretta , condivisibile e giustamente aveva affascinato un grande numero di potenziali elettori.
L'immagine dei salvatori, dei moralizzatori, degli innovatori aveva spinto il Movimento molto in alto nel gradimento popolare.
Questo vento in poppa però non aveva permesso di vedere appieno invece che cosa c'era realmente nel DNA del movimento.
DI MAIO E I SINDACATI. I LATI OSCURI DEL MOVIMENTO
Ora, messi alla prova su fatti concreti e in vista di una campagna elettorale vera i pentastellati più in vista mostrano i lati oscuri del loro essere.
Lati oscuri propri e riconosciuti del loro leader Beppe Grillo, un lider maximo autoritario, indisponente e francamente, con tutto il rispetto, politicamente incapace.
Insomma dilettanti allo sbaraglio, quando va bene, ma con la immodestia di essere convinti di essere depositari della verità e della giustizia.
La sindaca di Roma Virginia Raggi rappresenta appieno questo potenziale distruttivo. La città è allo sfascio, unica tra le capitali europee ad avere diminuito tutti gli standard di qualità di vita.
DI MAIO E I SINDACATI. LO SFASCIO DI ROMA
Trasporti, sanità, rifiuti, progettualità, da qualsiasi lato tu la metti ci vedi qualcosa di storto.
Nonostante il mondo riconosca lo sfascio che fa la sindaca?
Rigetta i revisori che hanno avuto l'ardire di non firmare un bilancio che scricchiola un po' da tutte le parti, e snobba le richieste di incontro del Ministro dello Sviluppo produttivo Carlo Calenda che vorrebbe vederla intorno ad un tavolo per provare a raddrizzare la situazione.
E l'altro testimonial del gruppo, il potenziale premier Luigi Di Maio, eletto alla bulgara sulla piattaforma Rousseau, non fa da meno.
Al Festival del Lavoro ( chissà poi perché si deve fare un festival per qualcosa che non c'è) spara a zero sul sindacato minacciandolo. Con serietà afferma 'o si autoriformano o li cambieremo noi quando saremo al governo'.
DI MAIO E I SINDACATI. LA MINACCIA DEL POTENZIALE PREMIER
Ma come , arrivi da un percorso professionale non certo fantastico, vieni eletto con un po' di like, e in un secondo non dai soluzioni per creare lavoro ma decidi che il sindacato se ne deve andare se non si autoriforma.
Certo che il sindacato dovrebbe davvero andarsene per tutto quello che ha fatto nel rallentare il paese, ma prima di tagliare con la sega elettrica alberi secolari bisogna avere già pronti gli alberi da sostituire, altrimenti il solo spianare crea il deserto.
Ed allora cari pentastellati , basta minacce a giornalisti, sindacati, a concorrenti politici.
Di inutili talebani il paese non ha bisogno. A voi , con grande rispetto serve più umiltà , più studio, più tempo.
E la gente ha cominciato a capirlo.