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Politica
M5s, Diego Fusaro al SUM a Ivrea:"Dialogo con Salvini,non diventate un Pd 2.0"

Sabato 7 aprile a Ivrea si tiene il SUM#02, la seconda edizione della convention di Davide Casaleggio. Nata per ricordare il padre Gian Roberto, fondatore del M5s insieme a Beppe Grillo, la kermesse ospiterà filosofi, giornalisti, scrittori e scienziati. Molti nomi illustri tra i presenti: il sociologo Domenico De Masi, la psicologa Maria Rita Parsi, il direttore del tg La7 Enrico Mentana, Andrea Scanzi, Luisella Costamagna, l'informatico Alfonso Fuggetta, il docente di neuroscienze Fausto Caruana, il fisico Roberto Cingolani e il drammaturgo Moni Ovadia. Ci sarà anche Diego Fusaro, il giovane filosofo che collabora da qualche mese con Affaritaliani.it, dove pubblica la fortunata rubrica "Lampi del pensiero", che dialogherà di lavoro e imprese. Lo abbiamo intervistato per capire com'è nata la sua partecipazione all'evento e qual è il suo giudizio politico sul M5s.

Diego Fusaro, com'è nata la sua partecipazione al SUM#02?

In realtà mi avevano invitato anche l'anno scorso ma non ero potuto andare perché ero già impegnato in un'altra conferenza. E' nata perché Davide Casaleggio in persona mi ha contattato perché credo abbia stima di me, legge le cose che scrivo ed evidentemente le apprezza. Probabilmente ha notato che nella mia elaborazione filosofica sto cercando di ricategorizzare la realtà cercando nuove sintesi che vadano al di là dei vecchi schemi. Il M5s è un movimento giovane e dunque libero rispetto alle vecchie ideologie. Ha più coraggio e meno agorafobia intellettuale, come la chiamo io.

Si sta discutendo molto del posizionamento del M5s. Aldo Giannuli, per esempio, ha deciso di allontanarsene perché ritiene che abbia preso una direzione "troppo di destra". Secondo lei è vero oppure destra e sinistra sono categorie che non rientrano più nella politica pentastellata?

Dal mio punto di vista non ha senso usare queste vecchie categorie di destra e sinistra. E menomale che il M5s le ha superate. Qui ormai si tratta di stare o con il signore mondialista e apolide oppure con il servo nazionale popolare precarizzato. Le differenze oggi sono tra "alto" e "basso", tra "sfruttatori" e "sfruttati". Le sinistre, al pari delle destre, si sono schierate al fianco degli sfruttatori e contro gli sfruttati. Bisogna quindi andare oltre queste vecchie categorie e guardare più in là.

Il M5s sta dalla parte degli sfruttati?

Il Cinquestelle è a un bivio ora. E' un momento decisivo della sua vita. Deve capire se diventerà un partito di rappresentanza del servo precarizzato nazionale popolare, cioè degli sconfitti, o se invece diventerà un Pd 2.0, cioè un nuovo partito di rappresentanza della classe apolide turbocapitalistica. Lo scopriremo nei prossimi mesi.

Lei ha espresso più volte le necessità di un "partito del dissenso". Il M5s può esserlo?

Finora lo è stato. E' riuscito a trasformare l'astensionismo, gesto tipicamente individuale, in un gesto corale e condiviso, sociale e politico. Il M5s ha finora svolto il compito di "partito del dissenso" dicendo no al Pd e alle élite. Bisognerà capire se quando dovrà effettivamente amministrare riuscirà a diventare un vero partito di rappresentanza dei più deboli oppure si piegherà e cambierà conformazione. 

In che senso si sta muovendo secondo lei Di Maio? Come giudica la sua contemporanea apertura a Lega e Pd?

Io credo che il M5s debba cercare il dialogo con la Lega di Matteo Salvini perché è l'altro partito che ha preso le difese dei dominati contro i dominanti. Deve invece evitare qualsiasi contatto con il Pd e con Forza Italia che sono i partiti di rappresentanza della élite mondialista. Io confido nel dialogo con la Lega e nella creazione di un fronte unico in difesa dei più deboli, della sovranità nazionale, della dignità del lavoro.

Qual è il suo giudizio sul programma del M5s? Il reddito di cittadinanza, per esempio, è un'idea giusta?

No, il reddito di cittadinanza non è affatto una buona misura. Bisognerebbe partire dal lavoro e non da forme "altre". Il rischio è che in Italia capiti quanto già successo in Danimarca, dove insieme a una forma di reddito di cittadinanza ti propongono dei lavori che spesso sono mortificanti e degradanti rispetto al proprio titolo di studio e alle proprie qualifiche. Ma se tu non accetti quei lavori perdi anche il reddito di cittadinanza. Rischia dunque di essere un'arma a doppio taglio che crea più problemi di quanti non ne risolve. Del resto io sono critico anche sulla Flat Tax proposta dalla Lega. Questo anche per ribadire che io dialogo volentieri, da indipendente, sia con il M5s che con la Lega ma non sono totalmente affine a nessuno.

Quale sarebbe l'orizzonte ideologico e i principi necessari alla politica italiana?

Occorerebbe ripartire da valori di destra e idee di sinistra, volendo utilizzare le vecchie categorie. Per quanto riguarda i valori di destra, bisognerebbe ripartire dalle difesa di nazione, onore, valore, famiglia, società civile. Per quanto riguarda le idee di sinistra bisognerebbe invece ripartire dalla difesa del lavoro, delle classi più deboli, dalla solidarietà comunitaria e dai diritti sociali. 

Che rapporti ha con gli uomini del M5s e come li giudica dal punto di vista politico?

Io ho rapporti con alcuni di loro. In primo luogo con Nicola Morra, il filosofo del Cinquestelle. Si tratta di una persona molto preparata e colta della quale penso tutto il bene possibile. Poi ho rapporti con Ignazio Corrao, con cui abbiamo fatto cose insieme in Sicilia per il "No" al referendum costituzionale. Si tratta di un giovane preparato e valido. Di quelli che conosco io ho una buona impressione però singole persone validissime le ho trovate in tutti i partiti, come per esempio Alfredo D'Attorre del Pd. Non ne faccio dunque un discorso di casacca politica. Io spero solo davvero che il M5s non diventi mai un Pd 2.0.

twitter11@LorenzoLamperti

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m5sdiego fusarointervista





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