Politica

M5S, trasferta Usa per Virginia Raggi. A Roma si teme l'effetto boomerang

Marco Zonetti

Virginia Raggi come Ignazio Marino: parte con la città a pezzi

Virginia Raggi si appresta a sbarcare negli USA, e sui social network infuriano già le polemiche. Invitata dal sindaco parigino Anne Hidalgo alla conferenza Women4Climate, che si terrà a New York il 15 marzo con la partecipazione delle donne sindaco di vari Paesi del mondo appartenenti al C-40, Virginia Raggi si trasforma nell’ambasciatrice del M5s oltreoceano e c’è già chi dice che questa trasferta potrebbe essere la sua pietra tombale. Nelle sale capitoline sembrano fervere entusiasti i preparativi per il viaggio, ma voci di corridoio insinuano invece le solite liti e rivalità per far parte dello staff che accompagnerà la sindaca negli USA, oltre all’inasprimento delle faide intestine mai sopite.

Riecheggiano poi insistenti gli echi del viaggio a Filadelfia di Ignazio Marino, quello che scatenò una marea di diatribe sui presunti costi esorbitanti e che innescò polemiche anche con il Santo Padre, contribuendo indirettamente alla caduta dell’ex sindaco. Sui social i simpatizzanti delle opposizioni stigmatizzano, a Destra, l’inopportunità del viaggio della sindaca in un momento così delicato per Roma, devastata da incuria e degrado, mentre l’elettorato PD e di Sinistra ricorda gli attacchi feroci di Raggi e colleghi contro Marino e denuncia l’incoerenza dei pentastellati riguardo a un’iniziativa volta principalmente ad accreditare oltreoceano il brand M5s. 

Un brand, un marchio insomma, e già il termine dovrebbe far rabbrividire, che si è decisamente offuscato rispetto al giugno 2016, quando un sito di ultradestra facente capo a un collaboratore dell’attuale Presidente USA, quello Stephen Bannon più volte definito “suprematista” e “antisemita”, aveva definito - per poi smentire poco convintamente - la Raggi “il Trump di Roma”.  

Da allora gli articoli della stampa internazionale hanno visto peggiorare inesorabilmente l’opinione sulla sindaca capitolina, e in ambienti pentastellati non sono in pochi a temere che il tutto si trasformi in un boomerang dalle conseguenze disastrose. Se i fans sono preoccupati per la salute della sindaca - colta dall’ennesimo malore solo qualche giorno fa, i detrattori esterni e interni al M5s si fregano le mani al pensiero di un “Marino bis” e dell’immancabile strascico di polemiche post-trasferta in grado d’indebolire ulteriormente la già traballante giunta.
 
L'opinione pubblica avversa al M5s e i molti nemici della sindaca si domandano quanto costerà il viaggio alla cittadinanza, ma la Raggi non deve temere soltanto i suoi avversari politici. “Dagli amici mi guardi Dio…” recita il proverbio, e - stando ai veleni che trapelano dalla maggioranza in Campidoglio riguardo al possibile flop del viaggio americano - Virginia Raggi ha decisamente molti “amici” da cui guardarsi.