Ascolti tv Auditel: Domenica In, Fazio, Vespa... Anzaldi: casta Rai arrogante
Intervista di Affaritaliani.it a Michele Anzaldi, Partito Democratico
Onorevole Anzaldi, gli ascolti di Raiuno continuano a scendere: dopo il flop di Domenica In, anche Fazio cala sotto al 10%. Intanto la Corte dei Conti ha aperto un’indagine sul compenso di Bruno Vespa e sulle trasferte della presidente Monica Maggioni. Che succede in Rai?
“Sotterfugi per aggirare le leggi sul tetto agli stipendi, errori sulla programmazione, inchieste della Corte dei Conti e dell’Anac di Cantone, violazione della par condicio a pochi giorni dal voto in Sicilia: tutti questi elementi dimostrano sempre di più l’arroganza di una casta, quella della Rai, che si occupa esclusivamente di tutelare i propri privilegi e non risponde più non soltanto a norme e atti parlamentari, ma neanche alle leggi del buonsenso. E’ inevitabile che alla fine debba intervenire la magistratura”.
Sul calo degli ascolti della rete ammiraglia che tipo di responsabilità vede?
“Il problema non è semplicemente il calo di ascolti. Ci sta che la scelta di non scadere nel trash porti ad ottenere risultati più bassi delle reti commerciali. Ma il primo dovere del servizio pubblico è quello di fare informazione. Peraltro un’informazione ben retribuita: grazie alla certezza del canone, le redazioni Rai sono le uniche che non hanno sofferto la crisi del settore e non hanno subito alcun licenziamento, a differenza delle imprese private. Tutte le scelte degli ultimi mesi e ultimi anni hanno, invece, virato sulla rotta opposta: l’informazione è stata lentamente ridotta e smantellata, mentre quella che rimane commette gravi scorrettezze come abbiamo visto ad Agorà con Di Maio lasciato da solo a fare campagna elettorale sulla Sicilia. Ma ci sono anche gli squilibri nei telegiornali, dove le opposizioni hanno il doppio dello spazio del Pd, o trasmissioni come Cartabianca, dove per parlare della mozione Pd su Bankitalia si invitano solo ospiti contrari. E poi basta vedere il caso del lunedì sera”.
A cosa si riferisce?
“La seconda serata del lunedì di Raiuno è sempre stata dedicata all’informazione, che fosse Porta a porta o Petrolio. Quest’anno si è deciso di affidarla al presunto re mida degli ascolti, Fabio Fazio, forse pensando di combattere meglio la concorrenza del Grande Fratello. E’ stata proprio la promessa di ascolti, peraltro, a giustificare il compenso milionario che la Rai dà a Fazio, come hanno riferito i vertici dell’azienda in commissione di Vigilanza. Ebbene, il risultato è stato ai limiti del disastroso: gli ascolti di Fazio sono in ribasso e per ora stanno sullo stesso livello di Vespa e Giammaria, l’informazione è scomparsa e la Rai spende molto di più per il costoso show ‘Che tempo che fa’, di fatto una trasmissione di telepromozione di film, album e libri best seller, non replicabile come un documentario o una fiction. Petrolio, ad esempio, aveva anche risvolti di carattere scientifico. Non si capisce perché proprio a Fazio vengano concessi privilegi di qualsiasi tipo”.
Parla del contratto milionario, già finito sotto la lente di ingrandimento della Corte dei Conti?
“Non si tratta solo del contratto. Ad esempio non si è ancora capito perché è stato deciso di stoppare la trasmissione per due settimane, in concomitanza delle ultime due puntate della fiction di Morandi su canale 5, per mettere il Gran premio su Raiuno. Negli anni scorsi i Gp serali sono sempre andati su Raidue: la scelta di metterli al posto di Fazio è servita per tirare su gli ascolti della prima rete, dopo le batoste delle settimane precedenti con Morandi? O forse Fazio non voleva avere contro un concorrente temibile come l’automobilismo? Proprio la tutela a oltranza di ‘Che tempo che fa’ ha già disarticolato gli ascolti della domenica sera di Raitre, relegata all’ultimo posto tra le generaliste senza più programmazione”.
Ora una domanda su un tema che esula dai temi Rai ma continua a far discutere. A proposito del Caso Consip, secondo Lettera43 sarebbe esistita una centrale di ascolto alle dipendenze del Capitano Ultimo, ubicata in un palazzo vicino alla sede dell’Aise, e ci si chiede se non abbia a che vedere con quanto emerso durante la discussa indagine Cpl Concordia. Che ne pensa?
“Se è vero che è esistita una centrale di ascolto non si capisce quanto legale, coinvolta nei casi Cpl Concordia e Consip, è opportuno che venga chiarito al più presto. Aspettiamo che qualcuno ci spieghi anche se è vero che ora venga smantellata in tutta fretta e se questa centrale fosse alle dipendenze del Capitano Ultimo e della sua squadra, anche alla luce del coinvolgimento nei casi Consip e Cpl Concordia. Sono in corso indagini della magistratura di Roma e del Csm, speriamo che venga fatta chiarezza al più presto. Non è accettabile che resti il sospetto di manovre di apparati dello Stato contro l’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi”.