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Palazzi & potere
Borsa, spread, effetto Trump, c'è aria di tempesta perfetta

Anche il Giornale conferma le nostre preoccupazioni di cui per primi abbiamo parlato ieri e nelle scorse settimane

Novembre sarà il più crudele dei mesi di questo già tormentato 2016? Le premesse di una tempesta perfetta sui mercati, per effetto dell' onda alta degli spread e dello sbandamento collettivo dei mercati causa l' imprevista possibilità che sia Donald Trump a poggiare le terga sulla poltrona della Casa Bianca, ci sono tutte.
Inoltre, entro fine anno, alla Bce potrebbero venire al pettine i nodi del quantitative easing. Soprattutto, scrive il Giornale, se la Germania deciderà di sferrare l' attacco finale contro Mario Draghi.
Per chi, come succede spesso in Italia, guarda solo il proprio ombelico, va detto che il differenziale tra il nostro Btp e il Bund tedesco si è arrampicato ieri fino a 162 punti prima di ripiegare in chiusura a quota 153.
È, più o meno, lo stesso livello raggiunto nel giugno scorso, a Brexit conclamata. Con una differenza sostanziale: allora l' allargamento della forbice dei rendimenti non aveva suscitato la stessa preoccupata attenzione di oggi. E un motivo c' è. Mano a mano che ci si avvicina al referendum costituzionale, lo spread torna a essere quel formidabile strumento di pressione politica costato al governo Berlusconi la rottamazione per mezzo del surriscaldamento dei differenziali fino a oltre 600 punti.

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