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Palazzi & potere
Corte europea di Giustizia: "Intercettazioni solo in casi gravi"

La sentenza della Corte europea di Giustizia è clamorosa e potrebbe avere ripercussioni su migliaia di processi in Italia. La custodia dei verbali di intercettazione telefonica e di dati ora è infatti vietata in tutti i casi di reato lieve, quando la gravità sia esclusa. La Corte Europea, riunita in quella che va sotto il nome di Grande Sezione, il 2 marzo ha pronunciato la sua sentenza assolutoria: è vietato alla magistratura inquirente ricorrere per reati di lieve entità a intercettazioni rimaste a lungo nella disponibilità degli inquirenti, scrive il Riformista.

Non solo. Tutte le intercettazioni che, non costituendo immediatamente riprova di minacce gravi alla sicurezza pubblica, sono rimaste per anni nella disponibilità dei magistrati, costituendo una indebita violazione del diritto alla privacy, dovranno essere distrutte.  

La Corte Costituzionale quindi dovrà adeguarsi alla sentenza della Corte di Giustizia europea, essendo essa fonte del diritto primaria. Una sentenza che è una vera e propria "bomba" sul sistema della idoneità e della conservazione dei tabulati presso gli inquirenti stessi. Si legge: “La circostanza che il pubblico ministero sia tenuto ad agire solo in base alla legge e al suo convincimento non può essere sufficiente per conferirgli lo status di terzo rispetto agli interessi in gioco”.

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