Design+Milano = centro del mondo
La settimana del design e Milano è al centro del mondo. Se vogliamo che Milano resti capitale globale tutto l’anno però è tempo di fare sul serio. A breve si decide infatti, dove traslocheranno le agenzie europee del farmaco (EMA) e delle banche. Cosi si stanno moltiplicando le iniziative meneghine per attrarre in Italia tutto l’indotto londinese, sia quello che dipende direttamente dalla UE sia quello che alla fine, fatti due conti, preferisce accomodare i quartieri generali sotto l’ombrello dei 27 paesi dell’Unione piuttosto che restarsene in una sempre più isolata oasi fiscale.
Il Governo e il Sindaco Sala hanno deciso di puntare sull’EMA. Sono pragmatici e fanno bene ad esserlo. E’ il risultato più concreto che si può ottenere. E già, è molto difficile. I concorrenti sono molti e in alcuni casi più accreditati. Al gruppo dei più forti, Stoccolma e Copenaghen nell’ordine, si è aggiunta anche Amsterdam, che con la vittoria dei Liberali rinvigorisce la proverbiale capacità di attirare investimenti grazie ad un sistema fiscale accattivante, una burocrazia leggera e soprattutto, un sistema infrastrutturale tra i più competitivi al mondo (facilitato dalla morfologia del territorio e della geografia).
Milano può contare sul fatto che i criteri di scelta che saranno valutati e comparati sono molto complessi, così come i tempi di trasloco di strutture molto articolate. Per esempio, l’EMA andrà non solo dove c’è un tessuto imprenditoriale nel settore del farmaco-medicale molto vibrante, ma anche un elevato numero di brevetti (Londra fu scelta per questa ragione), e la capacità di proteggere i segreti industriali che l’agenzia del farmaco dovrà custodire. E’ Milano in grado? Un sondaggio SWG presentato in Triennale nel corso del convegno “Milano Capitale Europea della Finanza” promosso dal presidente della Commissione Finanze della Camera Maurizio Bernardo testimonia che i milanesi sono pronti ad accogliere l’EMA.
Ma le istituzioni? Sarebbe opportuno che tutti coloro che si stanno eccitando per l’idea di trasformare Milano nella capitale finanziaria del globo così come in quella del farmaco, oltre a riflettere sull’acqua calda (tasse, burocrazia e infrastrutture) comincino - siamo già in ritardo - a riflettere sui criteri che verranno considerati. Il Governo, che poi sarà chiamato a negoziare già con il Consiglio d’Europa del 29 Aprile prossimo, si sta muovendo nella direzione giusta, anche se la consapevolezza che l’impresa sia titanica è ben presente.
Molto bene stanno facendo anche quei politici che colta, anche se in ritardo, l’occasione, si stanno impegnando ad elaborare decreti e proposte concrete. Padoan e il Sindaco Sala a Londra, Casero e Bernardo impegnati sul fronte finanziario con i milanoentusiasti di Select che nel convengo organizzato in Triennale hanno bene espresso il potenziale milanese, puntando ai capitali e le aziende finanziarie che lasceranno Londra. Resta tuttavia, il dubbio che siano operazioni tra loro slegate che manchino di una vera cabina di regia. Di fatto, è poi il male nazionale, da sempre. E all’estero lo sanno.
Pietro Paganini