Palazzi & potere
Per il dopo Renzi c'è Cantone?
E' davvero schizofrenico il modo in cui Renzi gestisce l' intreccio politico-giudiziario che presto gli si ritorcerà contro. Questo "manuale Cencell" delle dimissioni richieste e accettate o della difesa ad oltranza dei suoi ministri è la cronaca di una morte annunciata, come direbbe Márquez. Cacciati su due piedi Maurizio Lupi e Federica Guidi, a lui invisi, ha invece eretto barricate per Maria Elena Boschi, il petalo più profumato del giglio magico.
Ma fino a quando gli riuscirà? Renzi ha avuto più di un' occasione, scrive Bisignani sul Tempo, per cambiare quel triangolo delle Bermuda tra politica, magistratura e media che da oltre vent' anni è un' anomalia solo italiana. Un danno non solo per chi è coinvolto in processi infiniti, ma soprattutto per quegli investitori che ormai si tengono lontani dall' Italia terrorizzati di finire nella tagliola di qualche intercettazione. Risultato: disoccupazione oltre l'11%.
Il premier, convinto del corretto comportamento del governo nell'affaire Tempa Rossa, avrebbe dovuto dire basta alla gogna mediatica che guarda caso arriva sempre in momenti politicamente delicati e aspettare per tutti il corso dei processi. Sarebbe stata una svolta di civiltà giuridica e un passo avanti verso quel giusto bilanciamento di poteri di cui perfino un Torquemada come Luciano Violante sente l'esigenza. Ma ormai è troppo tardi e bene fanno, dal canto loro, Grillo e Salvini ad attaccare. Renzi ha preferito giocarsela come sempre da furbetto e allora aspettiamoci il prossimo audio carpito, magari proprio con la sua voce, per avviarci, non sia mai, verso un governo dei giudici. Con un magistrato come Raffaele Cantone che si scalda già in panchina per una autentica repubblica a democrazia telefonica.