Palazzi & potere
Spiegare la riforma ma senza paventare scenari apocalittici
Ad Affaritaliani parla Stefano Lepri, Vicepresidente senatori Pd
"E’ stata una campagna referendaria molto lunga e non pochi (io tra questi) l’hanno vissuta come fosse la propria campagna elettorale. La ragione: non sfugge che si tratti di un cambio importante delle istituzioni dello Stato, che possono essere finalmente aggiornate senza modificare spirito e contenuti originari (e originali) della Costituzione.
Devo dire che i cittadini hanno risposto bene, alla faccia di chi evidenzia sempre la disillusione e la disaffezione dalla politica. Ovunque sono andato, e ho fatto decine di incontri, ho trovato persone informate, curiose, talvolta preconcette ma comunque battagliere e pronte ad ascoltare".
Che ne pensa dei "toni" di questa campagna elettorale?
E’ stata una campagna molto dura, spesso fuori dalle righe. E’ indiscutibile che molti la stiano vivendo come l’occasione per fare fuori il Presidente del consiglio. Qualcuno almeno lo ammette in modo esplicito.
Non mi è piaciuta l’eccessiva durezza del confronto: non mi spaventa, ma è indice di una degenerazione della politica. Dobbiamo rimpiangere molte cose dello spirito costituente, tra cui il rispetto reciproco che si portava, al di là delle differenze anche notevoli di visione.
Non si spiegherebbe diversamente la mole di bugie sparse senza ritegno sui social, al punto di temere che siano ormai utilizzati come cassa di risonanza a prescindere: del vero o del falso non importa, perché se la notizia diventa virale, allora appare certa.
Cosa ci si deve aspettare in questi ultimi giorni?
Ormai siamo alla fine, non credo a colpi particolari. Anche eventuali importanti novità sull’azione di governo non cambieranno, credo, l’orientamento dei cittadini. Alcuni sceglieranno alla fine, come sempre. Utile quindi ripetere e spiegare, fino all’ultima ora possibile, cosa cambierebbe con la riforma. Non dobbiamo paventare scenari apocalittici, anche se indiscutibilmente il Sì assicura una continuità di governo e una crescente credibilità internazionale del Paese.
Che fare dopo il voto, per rilanciare il Paese?
Ovviamente il quadro politico sarà diverso a seconda dell’esito, quindi è difficile dire. Credo che il rimettere mano prontamente alla legge elettorale, ripartendo nel solco indicato dall’ultima proposta del PD e d’intesa con le altre forze politiche, possa far riprendere una collaborazione. Non m’illudo, ma spero che i calcoli e il tatticismo su questo tema non prevalgano e che si possa trovare una buona sintesi tra rappresentanza e governabilità.