Palazzi & potere

Tax area o non tax area? Prima serve l'ecosistema

Milano s’è desta. Ora siamo in tanti a volere una città che finalmente stimoli e attiri imprese e investitori.
Ma basta una no tax area per fare di Milano il nuovo hub finanziario e industriale? Purtroppo no. Tra chi sta ipotizzando di lasciare Londra l’opzione Milano non è contemplata. Dublino e Francoforte invece si. Perché? Per il fisco più competitivo? No. Imprese e investitori cercano altro prima del fisco. Il livello delle tasse è importante ma non è fondamentale. Tutti le ricerche e i sondaggi riferiscono che e' il funzionamento della burocrazia la variabile più importante. Le aziende cercano la semplicità, l’esatto opposto di quello che abbiamo in Italia. Milano deve dunque ripartire dalla burocrazia zero, sulla quale per altro c’è una legge che è stata applicata per l’area Expo. La si estenda a Milano. un altro fattore che interessa le imprese e' la giustizia. Non a caso quelle città che per varie ragioni non hanno il governo della legge come tradizione si sono dotate di un sistema legale parallelo per le imprese, introducendo per esempio gli arbitrati. In alcuni casi la corte è addirittura di diritto inglese.
Se le infrastrutture sono scadenti e non sono le più avanzate, le agevolazioni fiscali servono a poco. Insisto e mi ripeto, ma la scelta di ritardare il 5G è un pessimo segnale mandato al mondo, a prescindere dalle ragioni che personalmente ritengo deboli. La no tax area è certamente un buon segnale ma che non verra' preso in considerazione dai grandi operatori se non sara' accompagnato da un ecosistema davvero attrattivo. Si prenda esempio dalle ZFU o dalle ZES, un fallimento. L’ultimo fattore che dobbiamo considerare riguarda i management delle nostre imprese, quelle che dovrebbero offrire i servizi ai potenziali ospiti. E’ preparato? E’ internazionale a sufficienza? No, non è sufficiente conoscere le lingue, serve una cultura manageriale internazionale, così come le pratiche devono essere quelle delle grandi imprese globali. Non è poca cosa.
La voglia c’è, finalmente. Creiamo un vero e proprio ecosistema fertile senza fermarci ai soliti facili proclami.

 

Pietro Paganini
*Direttore Generale Fondazione Einaudi e John Cabot University