Palazzi & potere
Vaticano, il politico preferito da Papa Francesco? E' Giuseppe Conte
Vaticano, il politico preferito da Papa Francesco? E' Giuseppe Conte
Sotto il Cupolone de settimane svolazzano corvi e affacciandosi Papa Francesco vede solo nuvole cariche di pioggia, per le note questioni squadernate da libri e giornali relative ai conti in sofferenza del Vaticano. A versare sale sulle ferite arriva una questione che irrita moltissimo Bergoglio fin dall'inizio del suo pontificato: la politica interna italiana.
Argomento che appassiona la Curia Romana da secoli, assai poco un Papa che viene "dalla fine del mondo" e ha passato la sua vita lontano dai bizantinismi degli equilibri nostrani. Abituato a dividere il mondo in amici e nemici, Francesco ha chiaro che per la sua visione pastorale aperturista e misericordiosa l'avversario numero uno si chiama Matteo Salvini.
E quando domenica, rivela il super informato Dagospia, gli è arrivata sulla pontificia scrivania l'intervista di Aldo Cazzullo al cardinale Camillo Ruini, il presidente della Cei più rimpianto dai tradizionalisti antibergogliani, che invitava la Chiesa ad aprire il dialogo con il leader della Lega elogiandone anche lo sbracciarsi con rosari e simboli religiosi, raccontano che il Papa non l'abbia presa per niente bene (eufemismo).
L'eco della vicenda ha travalicato il Tevere e il sempre pronto Salvini ha rilasciato un'intervista pubblicata oggi sempre dal Corriere della Sera in cui l'ex ministro dell'Interno ottiene un altro titolo che non avrà mandato in estasi Bergoglio: "Io cerco il dialogo con i cattolici. Vedrò Ruini e non solo lui".
Nel frattempo Avvenire ha controbattuto con una paginata intitolata: "Cattolici e politica, lavori in corso". Il quotidiano della Conferenza episcopale italiana disegna una mappa dei soggetti pronti a rispondere al richiamo del Papa per formare un soggetto politico autonomo, certo non emanazione diretta della Chiesa ma comunque ad essa collegato, per fronteggiare l'avanzata di Salvini nella raccolta di consenso tra chi va la domenica a messa.
In più conversazioni private, stando ai soliti bene informati d'oltretevere, Papa Francesco avrebbe indicato in Giuseppe Conte la personalità politica "da salvaguardare" e mettere a capo di un soggetto politico di centro da rendere effettivo in vista delle elezioni politiche, collocate dagli esperti vaticani subito dopo l'auspicata (dal Vaticano) riconferma di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica.
In questo lasso di tempo, continua Dagospia, si proverà ad armonizzare lo spezzatino di sigle indicate dall'articolo di oggi di Avvenire: Politica Insieme di Stefano Zamagni, Rete Bianca di Giorgio Merlo, Popolari per l'Italia di Mario Mauro, Rivoluzione Cristiana di Gianfranco Rotondi, Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi, Italia Popolare di Giuseppe De Mita, Demos di Francesco Giro, Movimento Cristiano Lavoratori di Carlo Costalli, Federazione di Centro di Lorenzo Cesa. Ilvo Diamanti ha indicato ieri su Repubblica in un 10% lo spazio di elettorato per un raggruppamento centrista post-democristiano e senza dubbio la sommatoria di questi soggetti indicati nell'articolo di oggi del quotidiano dei vescovi potrebbe ambire ad occuparlo.
Ma c'è nell'episcopato chi, come il presidente della Pontificia Accademia per la Vita mons. Vincenzo Paglia, fa il tifo per un soggetto politico che già c'è e già si candida a prendere i voti di quello spazio: Italia Viva di Matteo Renzi. E di certo Renzi è incompatibile con Conte.
Salvini come intende rispondere a questa offensiva? Lo ha spiegato al Corriere della Sera. Intanto incontrandosi con il cardinale Ruini e dunque ottenendo dall'ancora carismatico ex presidente della Cei quella "photo opportunity" che il Papa in sei anni di pontificato gli ha ostinatamente negato, rifiutando qualsiasi possibilità di incontro con il leader leghista anche per mere ragioni istituzionali. Salvini facendosi ricevere da Ruini certificherà l'esistenza di una copertura cardinalizia italiana ai massimi livelli per la sua caccia al voto cattolico.
Nel mirino di Salvini anche il Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi, l'unico soggetto politico dell'area cattolica presente sia alle politiche che alle europee, che con duecentoventimila voti effettivamente presi nelle urne è il boccone pregiato della lista di sigle fatta da Avvenire. Intervistato da Nicola Porro alla vigilia della manifestazione di San Giovanni, Salvini aveva dato per presente in piazza anche il PdF adinolfiano, fermato da una telefonata proveniente dai Sacri Palazzi. Il Popolo della Famiglia è stato ricevuto, infatti, da Papa Francesco sul sagrato di San Pietro con simboli e bandiere e ribadisce la sua ferrea obbedienza al Papa. E a obbedienza è stato richiamato.
La road map salviniana è dichiarata nel titolo del Corriere della Sera: "Incontrare Ruini e non solo lui". Dunque aprire il fronte interno alla Chiesa esplicitamente, puntando dritto su elementi che Bergoglio considera proprie divisioni in campo, e il leader leghista può avere argomenti convincenti.
Primo banco di prova è l'Emilia Romagna dove Francesco conta sul lavoro di Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna da lui non a caso appena fatto cardinale, per fronteggiare quella che in Vaticano verrebbe considerata una catastrofe: la vittoria di Salvini nella regione che rischierebbe di azzoppare definitivamente quel Giuseppe Conte che il Papa vorrebbe "preservare".