"Non possiamo assolutamente liquidare il Sessantotto. Nicolas Sarkozy è uomo dalle molte facce e solito - spiega Massimiliano Panarari, saggista e politologo, esperto della situazione francese (ha curato opere di Robert Reich, Pierre Rosanvallon e Serge Halimi) per utilizzare una categoria politica della Terza Repubblica francese - comportarsi da 'opportunista'. Rigettare così una straordinaria fiammata di emancipazione politica e di liberazione delle energie quale la stagione degli anni Sessanta, uno dei momenti più alti del Novecento, è una boutade puramente strumentale".
Quali sono i valori del Sessantotto che dobbiamo mantenere? Massimiliano Panarari
"Senza il Sessantotto non avremmo avuto le conquiste in termini di diritti civili e libertà individuali di cui ancora godiamo, nonostante qualcuno - come Sarkozy - cerchi quotidianamente di togliercele. Non possiamo dimenticare che prima degli anni Sessanta le società occidentali rappresentavano spesso un mix ottuso e durissimo di controllo sociale e repressione sessuale, cappa che il Sessantotto ha scardinato almeno in parte nella sua fase iniziale".
E poi?
"Da quegli anni di grande entusiasmo (che mai più si è ripetuto nella storia occidentale) viene uno slogan bellissimo e, purtroppo difficilmente realizzabile, come "la fantasia al potere". E l'idea - che evidentemente Sarkozy che attua un'economia di mercato ottusamente neoliberista non piace - che il lavoro non debba costituire l'unica ragione di vita".