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Pd, Delrio: lezione antimafia a Conte. Ma mente su gemellaggio con Cutro e...

Antonio Amorosi

Il capogruppo del Partito Democratico Graziano Delrio mentì sul gemellaggio di Reggio Emilia con Cutro e al processo Aemilia sulla 'ndrangheta ripete la bufala

E' arrivato Graziano Delrio e ce la spiega lui l'antimafia.

Ieri il capogruppo del Pd alla Camera ed ex ministro ha attaccato duramente, urlando, il presidente del consiglio giallo-verde Giuseppe Conte, reo di aver dato la solidarietà al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per gli attacchi al fratello Piersanti, ucciso dalla mafia, senza citare il nome di quest'ultimo.

Delrio: “Piersanti, si chiamava Piersanti, il fratello di Mattarella ucciso dalla mafia”.

Non pago di averlo fatto passare per smemorato Delrio ha dato a Conte anche del “pupazzo in mano ai partiti... Lei è l’espressione di un governo che nasce sull’inganno... Non venga qui a fare lezioni, prima studi”.

Tutti i giornali e tv mainstream ne hanno parlato tra ieri e oggi ma omettendo stranamente la reazione del capogruppo del M5S Francesco D'Uva pochi minuti dopo e sempre in diretta Rai e su La7: “Presidente, mi permetta subito di dire quanto è meschino strumentalizzare i nomi delle vittime di mafia per strappare applausi in quest'aula. Soprattutto, Presidente, se questa strumentalizzazione viene da chi sotto interrogatorio non ricordava nemmeno che i Grande Aracri fossero di Cutro; eppure ci andava a Cutro, a fare la processione”.

Il riferimento di D'Uva è al “pellegrinaggo” tenutosi negli anni dagli amministratori reggiani a Cutro per la processione del Santissimo Crocefisso, evento simbolico di grande importanza per il clan della 'ndrangheta Grande Aracri. Alla messa dell'evento prima della “processione” del 2009 partecipò anche Delrio.

I cutresi a Reggio Emilia sono un'autorità. In migliaia esprimono a ogni elezione diversi consiglieri comunali: una potenza economica e imprenditoriale. Nel 2009 la strada principale di Reggio Emilia viene intitolata ”Città di Cutro” dal sindaco Delrio.

Non solo. Ecco due fatti. Il primo raccontato e dimostrato nel libro edito da Chiarelettere Coop Connection da chi scrive e il secondo totalmente inedito.

Il primo. Quando nel 2012 i magistrati antimafia di Bologna e della Direzione nazionale (DNA) sentirono Delrio per capire i motivi del viaggio a Cutro egli spiegò che il più forte era il gemellaggio tra Reggio Emilia, in cui si ricandidava sindaco, e Cutro. “Noi (Reggio Emilia, ndr) abbiamo un gemellaggio con Cutro, e quindi io sono stato a Cutro”. Lo ripeté due volte.

Anche se è luogo comune pensare il contrario, Reggio Emilia e Cutro non sono Comuni gemellati. Lo ha rivelato il Comune di Reggio Emilia con una nota ufficiale, come ho raccontato in Coop connection.

Delrio, in quel momento (era anche ministro) sentito dai magistrati, dimenticò cos'è un gemellaggio? Eppure dovrebbe saperlo, visto che è stato sindaco, presidente e vicepresidente dell'Associazione nazionale comuni italiani (Anci). Conosce benissimo vincoli e atti formali di un gemellaggio, compresa la ratifica dei consigli comunali dei reciproci Comuni che decidono di gemellarsi. Lo ha ampiamente confermato ad Affaritaliani anche l'Anci Emilia Romagna. I protocolli di intesa invece sono atti delle giunte, i Comuni ne fanno a bizzeffe e non prefigurano atti di amicizia. Tra Reggio Emilia e Cutro vi sono solo dei protocolli di intesa.

Potrebbe sembrano un tecnicismo ma è nei dettagli che si nasconde il diavolo, diceva il saggio. Perché gemellarsi con Casal di Principe, Platì, Cutro o Corleone può essere un segno distintivo non edificante o da non prendere a cuor leggero visti i “casati” di mafia che ci imperano.

Alla notizia dell'audizione davanti ai magistrati i media mainstream optarono per il complotto contro Delrio e a reti unificate spiegarono che l'esponente Pd era un alfiere dell'antimafia.

Ma come sia possibile che le autorità inquirenti non abbiano aperto un'indagine su Delrio, almeno con l'ipotesi di falso (anche solo da valutare), o che i media non abbiano parlato della sua strana dimenticanza è un mistero tutto italiano.

Ed ecco il secondo fatto, quello inedito.

La stessa dimenticanza è avvenuta nell'aula di tribunale del processo Aemilia contro la 'nrdangheta a Reggio Emilia nel 2017, quando Delrio viene sentito come testimone.

Un avvocato difensore gli chiede: – Scusi la mia ignoranza, ma avete una sorta di gemellaggio tra Reggio Emilia e Cutro?

Delrio: – Sì, una sorta.

Avvocato difensore: – Eh?

Delrio: – Sì, una sorta. I patti di amicizia sono una forma preliminare di gemellaggio.

Avvocato difensore: – Con la comunità cutrese?

Delrio: – Sì, che però risale al ’95 il primo protocollo di intesa, nel 2003 il rinnovo e poi è rimasto tale, diciamo.

Avvocato difensore: – Cioè questo patto di amicizia?

Delrio: – Sì.

Altra dimenticanza o altra bufala: i protocolli di intesa non sono patti di amicizia né una forma preliminare di gemellaggio.

Il deputato della Lega di Reggio Emilia Gianluca Vinci ha commentato così quanto accaduto: "Quando ieri ho sentito l'intervento del collega del M5S ho deciso di applaudire, Reggio e l'intero Paese meritano chiarezza ed un forte cambiamento".

Il procuratore nazionale antimafia del tempo Franco Roberti aveva sintetizzato in questo modo la vicenda: “Se tu, in occasione delle elezioni che si fanno qui in Emilia, vai a fare campagna elettorale in Calabria, vuol dire che sai che l’appoggio o il non appoggio alla tua elezione viene dalla Calabria, non dall’Emilia”.

Ma si sa, in Italia l'esclusiva antimafia è della sinistra che ha in appalto il settore. Così anche Delrio con la faccia indignata può fare la lezioncina sull'uccisione di Piersanti Mattarella.