Politica

Primo Maggio, Marco Rizzo: il potere nelle mani dei lavoratori. Intervista

Alberto Maggi

Primo Maggio, parla Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista

 

Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. In corsa per le Europee con i primi sondaggi che danno la sua formazione tra l’1,2 e l’1,7% in forte crescita rispetto alle scorse elezioni e capace di intercettare larga parte degli elettori orfani di Potere al Popolo. Un piccolo partito certo, ma che attrae sempre più consensi specialmente tra le nuove generazioni e che, stando alle rilevazioni, sembra creare non pochi grattacapi al centrosinistra e persino ai cinque stelle. Lo abbiamo intervistato per affaritaliani.it il primo maggio in occasione della festa dei lavoratori.

 

Rizzo, l’Istat segnala la ripresa dell’economia italiana e la riduzione della disoccupazione: il governo gialloverde sta davvero aiutando i lavoratori?
Per parlare di ripresa ci vuole ben altro che un trimestre con +0.2%. Veniamo da mesi di recessione e l’economia italiana è ancora in crisi profonda. Poi quando si parla di ripresa bisognerebbe chiedersi ripresa per chi? Il divario tra una piccola elité di super-ricchi e la grande massa dei lavoratori e delle classi popolari è cresciuto a dismisura negli anni della crisi. E lo stesso vale per la disoccupazione, quelle statistiche non dicono nulla. Basta lavorare poche ore per essere considerati lavoratori. L’unico dato vero è che aumentano stabilmente da anni i contratti precari e diminuiscono quelli a tempo indeterminato. Per i lavoratori c’è poco da gioire.

 

Cosa consigliereste al governo? La proposta del salario minimo è di sinistra?
Il salario minimo è anche nel nostro programma in linea di principio siamo d’accordo perché è uno strumento per spezzare la competizione al ribasso. C’è poco da consigliare. Questo governo nonostante i proclami non ha portato avanti nessuna rottura con l’Unione Europea, l’euro e la Nato. Se sei all’interno di questi vincoli i margini di manovra sono minimi. Serve un cambio di sistema.

 

Oggi è la festa dei lavoratori. I sindacati sono in crisi, le forze di sinistra anche, cinque stelle e lega sembrano aver intercettato il consenso della maggioranza dei lavoratori, perché?
I sindacati hanno perso la loro funzione di difesa degli interessi dei lavoratori quando hanno abbracciato la concertazione e gli accordi con il centrosinistra. Oggi addirittura la CGIL di Landini che dovrebbe fare la svolta a sinistra firma un appello con Confindustria in difesa dell’Unione Europea. Insieme ai padroni e in difesa di un’Unione Europea che ha grandissime responsabilità per il peggioramento delle condizioni dei diritti dei lavoratori, l’abbassamento dei salari, le delocalizzazioni, le privatizzazioni. Il mercato unico è uno strumento di competizione al ribasso sulla pelle dei lavoratori, un sindacato che vuole essere di lotta non può difenderlo. E lo stesso vale per la sinistra, che anche nei temi è diventata radical chic, fighetta e ha tradito i lavoratori, abbandonando la lotta per la trasformazione della società e limitandosi alle battaglie sui diritti civili, accettando l’Unione Europea, i mercati, e anzi mettendoli al centro dei propri ragionamenti. La Lega i cinque stelle sono un imbroglio per i lavoratori. Ma se i lavoratori votano loro la colpa è tutta della sinistra.

 

Qualcuno però potrebbe obiettare che il comunismo non è attuale, che voi siete vecchi e fuori dalla storia. Cosa risponde?
Il comunismo è stato denigrato, attaccato e ridicolizzato. Ma in realtà si tratta di un ideale modernissimo, della vera lotta del nostro tempo. Il capitalismo è un sistema insostenibile. Leggevo qualche giorno fa sul Corriere della Sera che nei prossimi anni l’automazione tecnologica ridurrà di oltre il 30% i posti di lavoro. Con l’innovazione si potrebbe avere un enorme progresso nella condizione di vita di milioni di persone, riducendo orari di lavoro e aumentando i salari. Ma se tutto questo processo sarà gestito in questo sistema, con queste regole, da un pugno di monopoli, sarà uno strumento potentissimo contro i lavoratori. Si aumenterà lo sfruttamento, la disoccupazione e la povertà in cambio di concentrare enormi ricchezze in poche mani. Una svolta in senso socialista è l’unica speranza per l’umanità.

 

Siete in corsa per le Europee, qual è il vostro obiettivo?
Parlare ai lavoratori e alle classi popolari, dimostrare che esiste un’alternativa tra l’europeismo della sinistra e il nazionalismo della destra. Siamo contro l’Unione Europea che è uno strumento nelle mani della finanza e delle multinazionali, che schiaccia i diritti dei lavoratori. Lo denunciamo con coerenza e senza opportunismi. Il voto al Partito Comunista non è per cambiare qualche virgola alle leggi europee, ma per rilanciare un’opzione di cambiamento della società in favore dei diritti delle classi popolari. È l’unico voto realmente contro la speculazione e chi si è arricchito sulla pelle dei lavoratori. Perché per noi il potere deve essere nelle mani dei lavoratori. Sono loro che producono la ricchezza, senza di loro nulla può andare avanti in questa società.