Referendum autonomisti, Berlusconi con la Meloni. "Perdita di tempo"
Catalogna, Berlusconi appoggia il governo spagnolo di Rajoy, suo alleato nel PPE
Una cosa è chiara: in Forza Italia regna il caos totale sul referendum indipendentista della Catalogna e sulla dura repressione della polizia spagnola. Leggendo le dichiarazioni dei vari esponenti azzurri emergono posizioni diversificate e spesso contrastanti. Si va dal cripto-leghista Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, che ha difeso il diritto di votare, al presidente del Parlamento Ue e amico della Merkel Antonio Tajani, anti-Salvini per eccellenza, che ha difesa a spada tratta l'unità della nazione spagnola. Silenzio assordante da parte di Silvio Berlusconi.
In realtà, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, l'ex Cavaliere in privato già domenica sera si sarebbe espresso contro il referendum della regione autonoma di Barcellona parlando di azione illegittima e difendendo il governo centrale di Madrid. Non solo. Pare, ma il rumor non ha avuto conferme ufficiali, che abbia anche telefonato al premier iberico Mariano Rajoy, partner di Forza Italia nel PPE, nella giornata di lunedì per esprimergli tutto il suo appoggio nella disputa con la Catalogna e senza condannare minimamente l'uso della forza da parte delle forze di polizia di Madrid.
Dalla Spagna all'Italia il passo è breve. Che la tensione Lega-Fratelli d'Italia-An sia altissima sui referendum autonomisti di Lombardia e Veneto del 22 ottobre non è una novità, tanto che Roberto Maroni parla chiaramente di problema politico (leggi qui) dopo le parole "centraliste" di Giorgia Meloni. E Forza Italia? Come sempre Toti è al fianco del Carroccio e intervenendo a Pontida ha detto chiaramente che appoggia la consultazione promossa dai colleghi di Lombardia e Veneto.
Ma Berlusconi, che anche su questo tema non si è mai pronunciato, non sembra per nulla interessato alla battaglia per l'autonomia di Maroni e Zaia. Anzi, l'ex Cav avrebbe confidato ai suoi più stretti collaboratori che considera i due referendum del 22 ottobre una "perdita di tempo" e "una spesa per le casse regionali che si sarebbe anche potuta evitare", sposando di fatto la posizione di Matteo Renzi e di molti esponenti (non lombardi e veneti) del Partito Democratico. Insomma, dalla Catalogna al lombardo-veneto si salda l'asse Berlusconi-Meloni in contrapposizione alla Lega, ma non tanto a Matteo Salvini che, come abbiamo scritto (leggi qui), è impegnato nella costruzione della Lega sovranista e nazionale, in grado di prendere voti anche al Sud, e ha preso le distanze almeno sui modi con i quali la Catalogna ha organizzato il referendum indipendentista.