Politica
Referendum costituzionale, c'è il quorum firme. Si rafforza l'ipotesi urne
Che cosa cambia con la consultazione sul taglio dei parlamentari
Di Alberto Maggi
Con il deposito della firma numero 64 a Palazzo Madama è stato raggiunto il quorum per richiedere il referendum costituzionale confermativo del taglio del numero dei parlamentari approvato in via definitiva dalla Camera all'inizio del governo Conte II. A questo punto la sforbiciata targata 5 Stelle non entrerà in vigore subito ma solo dopo l'avallo popolare. La riduzione a 400 deputati e 200 senatori avrebbe reso molto meno forte la voglia di elezioni anticipate che dietro le quinte aleggia anche nel Partito Democratico e forse in Italia Viva. Un ritorno alle urne in primavera, con la macchina del referendum ormai scattata, garantirebbe a tutte le forze politiche - a prescindere da quello che sarà il risultato elettorale - un maggior numero di eletti, quindi di posti in lista e in ultima analisi di 'appetiti' da accontentare tra parlamentari uscenti e new entry che scalpitano. Viene meno dunque un ostacolo allo scioglimento anticipato delle Camere. Il Pd, che dopo la scissione dei renziani ha visto dimagrita la propria pattuglia di parlamentari, in caso di voto vedrebbe certamente aumentare il numero di deputati e senatori. E anche Italia Viva, che attualmente nei sondaggi si attesta attorno al 5%, potrebbe assicurarsi 25-30 seggi a Montecitorio e 12-14 a Palazzo Madama anziché 15-20 e 8-10. Insomma un incentivo al voto e un alibi in meno per chi non vuole le elezioni.