Referendum, il No di D'Alema manda in tilt addirittura il Pse
Il Partito Socialista Europeo ritiene il referendum appunto "anche affare" suo
Il No di Massimo alla "pasticciata" riforma costituzionale imposta "a colpi di maggioranza" dal Governo e dal suo premier Matteo Renzi, ha non solo messo a soqquadro il Pd, ma ha mandato in tilt addirittura il Pse (Partito Socialista Europeo) che diversamente dal "dovrebbero farsi gli affari loro", spedito da D'Alema all'ambasciatore Usa, a JP Morgan, alla Merkel e al Pse stesso, ritiene il referendum appunto "anche affare" suo.
Il Nemico da abbattere è stato finalmente individuato: c'est lui, Massimo. Il fomentatore di disordini, l'ideatore di alleanze 'strane' che riportano alla Prima Repubblica, sempre meno vituperata e sempre più rimpianta, e di fronti più o meno trasversali del No, il 'ribelle' che osa criticare, in tv, in giro per il Paese e alle Feste dell'Unità, il Presidente del Consiglio che è anche il leader del Pd, cui lui è tuttora iscritto. "D'Alema non può parlare da presidente della Feps sul no al referendum. Su questo può parlare solo a titolo personale perché la Feps si è espressa a favore del sì...", afferma all'Huffington Post il signor Giacomo Filibeck che del Pse è il vice-segretario.
E' quel che esattamente ha fatto e fa D'Alema che ovunque si trovi a esporre le ragioni del suo No, lo ha fatto e lo fa non da presidente della Feps, quanto da "cittadino senza cariche politiche e parlamentari ma con carica" di in un Paese "ancora democratico e libero dove è possibile criticare anche il Presidente del Consiglio". Evidentemente nessuno del Pd o del Psi nella riunione dell’ufficio di presidenza del Pse di venerdì scorso, in cui è stata assunta la decisione di sostenere la riforma costituzionale, quindi il Sì, ha fatto presente ciò, per cui, forse, il signor Filibeck è stato tratto in inganno.
Ma, al di là dei formalismi per quanto importanti, a destare preoccupazione, almeno chi si riconosce nel socialismo di sinistra o di destra, libertario e liberale, sono i toni sopra le righe, dittatoriali, che stridono e che non fanno onore nè al Pse e ancor di più al malcapitato signor Filibeck, che ha accusato D'Alema di "mancanza di rispetto nei confronti dell’intera famiglia socialista europea" rimarcando che "il referendum italiano è affare del Pse”. Una paurosa caduta di stile del Pse: rare volte nella storia centenaria del socialismo italiano ed europeo si è ricorsi a pratiche del genere, che invece sono state parte integrante e costitutiva della storia comunista, per cui a breve bisognerà aspettarsi espulsioni o purghe di drammatica memoria staliniana. E intanto impazza la gara a chi la spara più grossa sul conto del terribile D'Alema ormai in odor di eresia!
"E' accecato da rabbia e odio per non aver avuto la poltroncina di consolazione", ha tuonato giorni fa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Luca Lotti. Senza turbarsi minimamente, la replica di D'Alema non s'è fatta attendere: "Io non ho insultato nessuno - ha spiegato ospite di 'In mezz'ora' di Lucia Annunziata - sono oggetto di insulti. Il Presidente del Consiglio è circondato da un certo numero di uomini di mano. Ognuno ha i suoi bravi [...] Io vengo insultato e calunniato ma non mi fa male perchè ritengo di esser nel giusto". Quanto alla iniziativa di mercoledì scorso al Residence Ripetta di Roma dove sono, a sorpresa, arrivati politici di altre formazioni, che ha fatto gridare al 'picconatore' che dà forma e sostanza al fronte del No, ha ribattuto compostamente: "Non ho organizzato alcun fronte del No: ho solo convocato una riunione aperta per esporre le ragioni del No e illustrare una piccola proposta di riforma che si può fare in poco tempo" e ha rammentato che il Pd negli ultimi tempi ha perso, tra elezioni regionali e comunali, ben tre milioni di voti.
E non contento ha, da fine politico, aggiunto: "La grande maggioranza dei giovani voterà No" al referendum perché "sono elettori del M5S. L'elettorato del Pd è sui 55 anni in media, quando Renzi parla a nome dei giovani, non c'è riscontro statistico". La 'mission impossible' di D'Alema, che tremar fa i polsi e le vene, è "rimettere insieme un popolo di sinistra disperso", con buona pace del signor Filibeck, chi?