Politica

Referendum, minoranza Pd: cambiare la legge elettorale o votiamo no

Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)

Italicum, Renzi costretto al dietrofront

Il sì della minoranza Pd al referendum istituzionale è strettamente legato alle eventuali modifiche alla legge elettorale. Lo dice senza mezzi termini Davide Zoggia, esponente di spicco della sinistra dem, intervistato da Affaritaliani.it. "Come voteremo al referendum sulle riforme? Dipende, siamo in attesa di comprendere se ci saranno evoluzioni sulla legge elettorale. La posizione della minoranza è nota: il combinato disposto tra Italicum e riforma della Costituzione non funziona e rischia di creare problemi in ordine al corretto esercizio democratico elettorale".

Quindi? "Se ci fosse un ripensamento e una rivalutazione dell'Italicum - afferma Zoggia - potremmo considerare il referendum, e quindi la riforma istituzionale, un passo in avanti, soprattutto per quanto riguarda il superamento del bicameralismo perfetto. Se invece non ci fosse alcuna modifica alla legge elettorale è evidente che le due cose, come ho spiegato, non stanno insieme e perciò il nostro atteggiamento sul referendum non potrà che essere conseguente".

L'ANALISI DI AFFARITALIANI.IT - La notizia della calendarizzazione in Aula dell'Italicum dopo la pausa estiva è il primo segnale del premier e della maggioranza renziana del Pd verso la minoranza interna. Nulla è ancora deciso, ma qualcosa si muove. Il premier e la ministra Boschi non vorrebbero cambiare la legge elettorale ma sono costretti a un tagliando per due motivi. Il primo è quello che - come ha ben spiegato Zoggia, altrimenti non ci sarebbe l'ok della minoranza dem al referendum istituzionale. Non solo, anche i centristi alfaniani e verdiniani chiedono modifiche all'Italicum e, per evitare "trappole" in Senato, è meglio accontentare Area Popolare-Ncd-Udc e Ala, soprattutto dopo che Renzi ha ribadito "se perdo vado a casa". Il secondo punto che spinge il Pd a cambiare la legge elettorale sono i risultati dei ballottaggi del 19 giugno. Il voto ha dimostrato in modo inequivocabile che in caso di secondo turno tra i Democratici e i 5 Stelle (ipotesi al momento più probabile anche per le Politiche) a vincere sono i grillini grazie ai voti di una parte dell'elettorato leghista e di Fratelli d'Italia. Meglio quindi far finta di niente, rimangiarsi la parola e cambiare l'Italicum.