
"La flessibilità è già prevista nel Patto di Stabilità e nelle regole dell'Unione", spiega ad Affaritaliani.it una fonte del ministero delle Finanze delle finanze tedesco. Traduzione: il governo italiano e il premier Matteo Renzi hanno ben poco da sperare dall'Europa. Anche se formalmente a decidere è la Commissione, è evidente che la posizione della Germania - e in particolare del falco Wolfgang Schäuble - è determinante per le decisioni sui conti pubblici e su eventuali deroghe. L'aria che tira a Berlino e Bruxelles, al di là delle rassicurazioni di Renzi e del ministro Padoan, non è certo delle migliori. L'impressione è che non verranno fatti sconti all'Italia.
E con la crescita rivista nettamente al ribasso dallo stesso esecutivo con il Def la strada - come ha scritto Affaritaliani.it - è quella di una manovra di aggiustamento dei conti pubblici. I tempi sono decisivi. Prima del 5 giugno, giorno delle elezioni amministrative, non bisogna far trapelare nulla. Smentire continuamente è l'ordine di Palazzo Chigi. I sondaggi sono già negativi per il Pd e la manovra correttiva probabilmente rischierebbe di affossare ulteriormente il partito del premier.
Ma a luglio e ad agosto, con gli italiani in vacanza, sarà evidente la necessità di un intervento da 5-6 miliardi di euro proprio a casua della crescita flop del Pil (i segnali vanno tutti in questa direzione) e della rigidità dell'Europa (ovvero della Germania e dei suoi alleati del Nord-Europa). Allo studio ci sarebbe una stretta sul capitolo detrazioni-deduzioni e una spinta maggiore alla spending review, in particolare sul fronte della scuola, della sanità e della difesa. Ovviamente il capitolo pensioni e la felssibilità in uscita non verranno nemmeno presi in considerazione, nonostante gli impegni presi alla fine del 2015.