Politica
Pd, Renzi senza maggioranza se vince le elezioni con l'Italicum

Pd, scissione inevitabile. Ecco perché
L'Italicum, la legge elettorale che il Pd non vuole cambiare assolutamente, assegna al primo partito o lista 340 seggi, ovvero la maggioranza del 54% di deputati in Parlamento (il Senato, se passa il referendum di ottobre, non verrà più eletto direttamente dai cittadini e avrà altri compiti). Il problema di Matteo Renzi è che in Direzione Nazionale e nei gruppi di Montecitorio e Palazzo Madama la minoranza dem vale circa il 15% e quindi Bersani, Speranza, Cuperlo e gli altri della sinistra interna pretenderanno il 15% di posti (sicuri) nelle liste elettorali. Ciò significa che la minoranza, sempre che Renzi vinca le prossime Politiche con l'Italicum, avrà almeno 51 seggi in Parlamento e ai renziani ne resterebbero 289.
Traduzione: il premier-segretario dovrà continuare anche dopo il voto a trattare e a mediare con l'opposizione interna nel ruolo di perenne "spina nel fianco". Ecco perché Renzi intende accelerare sul Partito della Nazione inglobando i moderati di Verdini e Alfano e spingendo di fatto fuori dal partito Bersani & Co. Ai centristi garantirà la stessa quota della sinistra, 15%, ma gli ultimi mesi hanno convinto il premier che è meglio imbarcare i centristi di Ala e di Area Popolare che continuare nel tira e molla con la minoranza dem. Nessuna espulsione ma - spiegano al Nazareno - un divorzio consensuale e inevitabile nel momento in cui i comitati per il sì al referendum istituzionale si trasformeranno nell'embrione del Partito della Nazione. E' ovvio che se Renzi perdesse il referendum a quel punto la sinistra Pd, anziché lasciare, tenterebbe la scalata al Nazareno con Roberto Speranza leader e candidato premier di un nuovo Centrosinistra che guarderebbe a Sel e SI e non più al centro.