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Politica

Governo, Renzi trema. I centristi pronti ad aprire la crisi

Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)

Elezioni, terremoto ballottaggi sul governo Renzi


A lanciare la bomba sull'esecutivo è il senatore centrista Maurizio Sacconi: riformare le riforme, a cominciare dall'Italicum, oppure Ap-Ncd "dovrebbe uscire dal governo". L'esito dei ballottaggi di domenica scorsa rischia di mettere in serio pericolo la stabilità politica. O il premier si convince a cambiare la legge elettorale o una fetta del suo partito e buona parte dei centristi sono pronti a farlo cadere. Gli occhi sono ovviamente tutti puntati sul referendum di ottobre e a Palazzo Chigi non vogliono sentir parlare di ritocchi o modifiche all'Italicum prima dell'apertura delle urne per l'appuntamento che deciderà se Renzi stravince o va a casa per sempre. Il problema è che i ballottaggi hanno dimostrato in modo plastico che al secondo turno a vincere è praticamente sempre il M5S che, grazie a un maggior 'power coalition', raccoglie i voti sia della destra, in chiave anti-Pd (come a Torino e a Roma), sia del Centrosinistra in chiave anti-destra (come a Varese e in altri comuni da Nord a Sud).

La Consulta tra qualche mese si pronuncerà sulla costituzionalità dell'Italiacum e - affermano fonti renziane - è per questo che il premier non vuole dire ora che cambierà la legge elettorale. Al Nazareno sono quasi certi della bocciatura da parte della Corte (come dice il leghista Calderoli Renzi "lascerà fare alla Consulta il lavoro sporco") e quindi una modifica dell'Italicum si renderà necessaria. Ma intanto le pressioni politiche continuano e sono sempre più forti. Con questa legge elettorale una fetta di Area Popolare e dei verdiniani di Ala non ha alcuna chance di tornare in Parlamento. Un centro autonomo sarebbe irrilevante e nelle liste del Pd non c'è posto per tutti. Ecco spiegato il pressing di Sacconi. Fonti ben informate parlano di una ventina di senatori di Ap-Ncd e di Ala pronti a votare contro il governo per convincere il presidente del Consiglio ad accettare modifiche all'Italicum. Ma Renzi e la Boschi non si vogliono rimangiare la parola e attendono la Consulta. Insomma, un'estate molto calda in vista del referendum che segnerà il trionfo o la fine (politica) del premier.