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Politica
Meloni, conferenza stampa di fine anno rinviata di nuovo: ora diventa un caso

Rinviata la conferenza stampa di fine anno di Meloni

La conferenza stampa della presidente del Consiglio Giorgia Meloni prevista per domani alle 11 è stata nuovamente rinviata a data da definirsi a causa della recrudescenza dello stato influenzale che aveva colpito la premier nei giorni scorsi.

La conferenza stampa, che inizialmente era stata programmata per il 21 dicembre scorso, era gia' stata rinviata a domani per un persistente stato influenzale del premier. Nei giorni successivi al primo rinvio la presidente del Consiglio era stata immortalata alla recita della figlia.

Questo secondo rinvio lascia molti interrogativi e non può che aprire un caso. Anche perchè la premier durante le festività non si è risparmiata e ha pubblicato filmati di auguri mostrandosi in discrete condizioni di salute. C'è chi ipotizza che Meloni attraversi due gravi crisi: una personale, nata dopo la rottura con il compagno Andrea Giambruno e che si allarga fino agli imbarazzi procurati dal ministro dell'Agricoltura, nonchè cognato, Francesco Lollobrigida. L'altra scaturita dai nodi politici tra le pressioni dei partner di governo Matteo Salvini e Antonio Tajani e le uscite del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti sul Mes, opposte al voto della maggioranza contrario alla ratifica del Meccansimo di stabilità.

Inoltre, l'avvicinamento alla conferenza di fine anno è stato accompagnato da diverse polemiche legate all'emendamento Costa passato alla Camera sul divieto di pubblicazione del verbale di custodia cautelare del Giudice per le indagini preliminari che, secondo le opposizioni e l'Fnsi (il sindacato dei giornalisti) imporrebbe un "bavaglio" alla stampa.

Di questa mattina la notizia che la Federazione dei giornalisti non avrebbe partecipato alla conferenza di domani. In sostanza la norma impone il divieto di pubblicazione "integrale o per estratto" del testo di un'ordinanza di custodia cautelare fino a quando si siano concluse le indagini preliminari e quindi, di fatto, fino a diversi mesi dopo che sia stato commesso un reato. 

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