L'analisi di Affari sui ballottaggi. Ecco perché Fassino rischia
Le sfide dei ballottaggi ai raggi X
di Giuseppe Vatinno
Il sistema elettorale a doppio turno ricorda molto da vicino avvenimenti ed eventi calcistici: una fase preliminare e poi per chi passa, la “finale”. Tuttavia, rispetto al calcio c’è un elemento del tutto diverso con cui fare i conti: nella politica la partita, sostanzialmente, si azzera e cioè i giochi si fanno non più sui “fedeli” ma sugli “infedeli” e sugli agnostici che, sia nelle religioni, che nella politica sono la maggioranza. Clamorosi ribaltoni hanno dimostrato questa regola empirica; ad esempio, basta ricordare come esempio esemplificativo il ballottaggio vinto nel 2008 a Roma da Alemanno (53.7%) su Rutelli (46.3%) con il primo turno Alemanno (40.7%), Rutelli (45.8%).
L’esponente di destra ribaltò il risultato complice anche nel frattempo una votazione nazionale sfavorevole al centro – sinistra ma soprattutto il “tradimento” del voto “disgiunto” (circa 60.000 elettori) di chi votò Zingaretti (csx) alla Provincia e Alemanno (cdx) al Campidoglio. Insomma, i precedenti ci sono. Ma detto questo, nelle sfide per il ballottaggio, occorre analizzare realtà locali diverse e molto differenziate. A Milano lo spareggio tra Sala (41.7%) csx e Parisi (40.8%) cdx è sul filo di lana; si tratta di due esponenti fotocopia scelti dalla borghesia lombarda che propongono programmi fotocopia. Dunque una partita incertissima che si giocherà principalmente sugli “eretici” di Alfano – Lupi mentre i grillini con Corrado (10.6%) non dovrebbero mostrae particolari preferenze. A Torino la sfida tra Fassino csx (41.8%) e la Appendino M5S (30.9%) implica un ragionamento su quello che farà la sinistra antagonista e il cdx destra escluso di Morano (8.4%). A Bologna la situazione per Merola csx (39.5%) rispetto alla Bergonzoni cdx (22.3%) è più tranquilla, anche se occorre valutare cosa faranno gli esclusi, e cioè Bugani (16.6%).
A Napoli la partita pare inesistente tra De Magistris (42.8%) sinistra- liste civiche e Lettieri (24%), che però potrebbe pescare nel Pd con la Valente esclusa (21.1%). Ma la vera partita è a Roma perché quello che è successo nella Capitale ha già avuto ed avrà grande importanza a livello nazionale. La Raggi M5S (35.2%) è favorita su Giachetti csx (24.9%) ma qui sono assolutamente determinanti i voti della Meloni cdx (20.6%) e in misura minore Marchini (10.9%). Quello che si può immaginare, visto anche l’ endorsement verso Giachetti di Bertolaso di FI e l’origine comunista di Marchini che questi voti andranno in larga parte al csx. Determinante invece sarà il ruolo dell’elettorato della Meloni che, parimenti, dovrebbe spostarsi verso la Raggi vuoi per “vendetta” politica su Berlusconi vuoi per chiara affinità politica “populista” tra le due. A questo punto la vittoria della Raggi appare abbastanza sicura.