Politica

Sinistra strumento dei poteri forti. Ecco perché i suoi media hanno fallito

Roberto Preatoni

La sinistra italiana e straniera, così come i media di riferimento, hanno scelto di interpretare il ruolo di casta inarrivabile

Il primo scossone alla sinistra progressista-globalista è arrivato con l'elezione di Trump, nonostante una gigantesca campagna mediatica strumentalmente orchestrata per alimentare i pronostici e sondaggi ufficiali che lo davano come certamente perdente contro Hilary Clinton.

Analogamente in Europa sta avverandosi la stessa cosa, in Italia si è realizzata la sonora sconfitta del PD a vantaggio del M5S e della lega di Salvini. In Europa nei paesi governati dal centro-destra essa ha rafforzato le propria posizione mentre nei paesi governati dalle sinistre mondialiste stiamo cominciando ad assistere allo sfaldamento di posizioni che sino ad un paio di anni fa sembravano roccaforti. In Germania la Merkel ed in Francia Macron stanno infatti perdendo consenso ad una velocità allarmante sopratutto a causa del mantenimento di posizioni nettamente in antitiesi con le aspettative di quella fetta di popolazione che la sinistra continua sprezzamente ad etichettare come populista, fascista ed ignorante e che invece è semplicemente stufa.Il fatto eclatante è che tutto ciò sia avvenuto nonostante le sinistre globaliste avessero, e tutt'ora mantengono ed esercitano, il controllo pressochè totale dei media tradizionali. Se c'è una lezione che bisogna imparare da quello che sta avvenendo è che la presa che i media esercitano sulla popolazione è sempre meno salda così come sempre meno efficace appare essere l'azione propagandistica che viene veicolata con precisione cronometrica svizzera attraverso la pubblicazione di articoli, talvolta violenti e talvolta spacca-cuore che nella logica dell'editore di sinistra dovrebbero contribuire a riportare i lettori e gli elettori in fila indiana sotto il controllo del diktat dei partiti globalisti.Peccato che tutto ciò non accada, più i media tentano di esercitare questa stretta e più contribuiscono ad allontanare i lettori/elettori dalle posizioni auspicate col risultato di produrre un'inarrestabile emorraggia che si è consolidata nei risultati elettorali che tutti conosciamo.

I media al soldo degli ideali e degli interessi progressisti cominciano quindi ad accusare allarmanti buchi di bilancio e per contrastarli stanno quasi tutti prendendo contromisure drastiche, a partire dall'americano ed anti-Trumpista New York Times che in questi giorni sta proponendo una campagna di abbonamento al 50% di sconto mentre l'inglese The Guardian (che spesso pare condividere la redazione di Repubblica) esercita il diritto di questua mostrando in fondo ad ogni articolo un messaggio in stile Wikipedia che sollecita al versamento di un'obolo digitale. In Italia nel frattempo sia Repubblica che il Corriere ricorrono alla tecnica del click-baiting inframezzando articoli gratuiti a quelli a pagamento dai titoli sempre più roboanti, cercando di raccogliere sottoscrizioni.

Un caso particolare è quello de Il Giornale: da quando l'influenza politica di Berlusconi è diventata pari a quella di partitucoli di seconda categoria, ha scelto una linea editoriale spesso antigovernativa che si allontana sempre di più dalle aspettative del proprio gruppo di lettori classici. Mi aspetto quindi che a breve anch'esso sarà costretto ad inventarsi qualche magheggio per contrastare le perdite a bilancio causate dalla perdita di lettori.

E Salvini, il quale certamente non gode i favori della stampa italiana, nel frattempo cosa fa? Viaggia e fa comizi dimostrandosi ubiquo come Padre Pio, tant'è che viene continuamente accusato dalla sinistra di non aver mai terminato la campagna elettorale ma nel frattempo ha l'evidente accortezza di dedicare energie anche all'ottenimento dei risultati promessi in fase di elezioni, cosa che a quanto pare risulti essere molto gradita al gruppo dei suoi sostenitori, tant'è che il suo consenso politico aumenta con tassi di crescita Putiniani.

Salvini è semplicemente un uomo intelligente che ha capito quale sia il fascino esercitato dall'action-man verso il popolo italiano che evidentemente è stufo di una classe politica inetta e rimandista e che ha saputo sostituire la copertura mediatica tradizionale con un'efficace azione sul territorio accompagnata da un sapiente utilizzo dei social media. 

Salvini è anche un uomo fortunato perchè ha il vantaggio di doversi confrontare politicamente e mediaticamente con una classe di inetti programmatici e della comunicazione, i quali preferiscono continuare con l'imposizione degli stessi tam-tam ideologici progressisti che sono stati invece la principale causa della loro sconfitta politica. 

In questo paradosso mediatico, Salvini in questo periodo si è inventato strumentalizzatore delle campagne stampa orchestrate a suo sfavore, interpretando da una parte il classico "purchè se ne parli" correggendolo però con messaggi social ed azioni concrete che restituiscono all'elettorato la certezza che tra esso ed il loro leader ci sia un collegamento diretto.

Collegamento che la sinistra italiana e straniera non hanno saputo creare nell'ultimo decennio, avendo anzi scelto di interpretare il ruolo di casta inarrivabile ed intoccabile, dimostrandosi nei fatti strumento dei poteri forti. Le poche goffe invenzioni mediatiche che i globalisti di sinistra hanno saputo partorire recentemente (leggi Rolling Stones o campagna magliette rosse) si sono rivelate alla fine un boomerang letale che ha solo contribuito a svelare la doppia faccia dei propri proponenti . Il referto clinico corretto è autolesionismo comunicativo, quello politico è incapacità di intendere e di volere.

Analogamente negli Stati Uniti Trump cavalca l'odio mediatico sopperendo e contrastando ai suoi effetti con azioni concrete e con un oceano di tweet.

Renzi ed i globalisti quindi continuano a docere mentre nel frattempo Salvini e Trump imperano.

Ha ragione Salvini quando dice che governerà per i prossimi trent'anni perchè è evidente, anche dall'ultimo congresso PD, che la sinistra globalista non abbia nessuna intenzione di cambiare registro o strategia e non sarà certo un Berlusconi vestito da fenice o un suo improbabile deflino-marionetta a togliere a Salvini notti di sonno.